Regia di Neri Parenti vedi scheda film
Non c'è pace neppure da defunto per il povero Fantozzi ! I posti in Paradiso sono temporaneamente esauriti, pertanto al ragioniere viene concesso un altro po' di tempo di esistenza terrena. Mentre i suoi cari e conoscenti "dimenticano" il lutto, la routine per l'anziano impiegato in pensione riprende così come si era interrotta. Dapprima si trova alle prese con le richieste della nipotina Uga, divenuta un'adolescente irascibile e ... di non bella presenza; poi diviene succube delle chat-line erotiche; deve fronteggiare l'improbabile gravidanza della Signorina Silvani; è coinvolto in uno scandalo finanziario che travolge Balabam, il presidente della "megaditta" per la quale ha prestato servizio. All'improvviso, come si era aperta, la "parentesi terrena" del protagonista, si chiude. Paolo Villaggio interpreta per la nona volta il ragionier Ugo Fantozzi, destinato a subire, tanto da vivo quanto da morto, tanto in terra quanto in Paradiso. C'è poco di nuovo in questo episodio, realizzato concatenando tra loro quattro lunghi episodi, secondo la consueta struttura. Il primo evidenza la difficoltà di comunicazione tra gli anziani ed i giovani di metà anni '90, periodo di realizzazione ed ambientazione del film, come attestato dalla presenza, nell'aldilà, di un paio di personaggi straordinariamente simili a Berlusconi e D'Alema, tra i politici più in vista dell'epoca; Uga (Maria Cristina Maccà), stanca dei rifiuti di genitori e nonni alle sue insistenti richieste di ricevere un motorino, simula un rapimento, facendo chiedere ai disperati anziani un riscatto corrispondente alla precisa somma necessaria per l'acquisto. Il secondo, racconta di una piaga "sotterranea" piuttosto diffusa nel periodo, la dedizione alle chat erotiche, causa di ingenti perdite economiche per le famiglie, costrette a pagare bollette astronomiche per telefonate all'altro capo del mondo. Pina (Milena Vukotic) scopre il "vizio notturno" di Fantozzi, e lo asseconda, nella convinzione che ciò possa far bene all'umore del suo depresso e svogliato marito. Ella stessa, per poter sostenere i costi del vizio - coincidenti con le bollette - entra nel "giro", nel ruolo di un'intrattenitrice. Prevedibilmente, Fantozzi entra in contatto, senza saperlo, con la moglie; senza saperlo, la umilia, salvo comprendere in un momento successivo la portata della sua azione. Se ne vergogna, riconciliandosi con la fedele ed amorevole Pina, ma la serenità dura poco ... La signorina Silvani (Anna Mazzamauro) ha bisogno di soldi per farsi fare ritocchi estetici di basso livello da un chirurgo da strapazzo. Dunque, "aggancia" Fantozzi facendogli credere d'aspettare un figlio da lui e gli chiede cinque "pippi" (milioni) in cambio del silenzio. Le cose non vanno secondo i piani; il protagonista, eccitato dalla prospettiva di una nuova paternità, segue la profittatrice a Rimini, ove il chirurgo opera, e versa la somma. A fine vicenda, una signorina Silvani resa più brutta e volgare che mai dai ritocchi, confessa l'inganno e se ne mostra sinceramente dispiaciuta. Il povero Ugo s'allontana stringendo mestamente un cuscino, utilizzato per simulare il pancione ... tutto ciò che gli resta del sogno. L'ultimo episodio, dall'epilogo assai scontato, racconta di come Fantozzi finisce in carcere al posto del corrottissimo presidente della "megaditta"; liberato proprio il giorno di una importante partita di calcio, il protagonista vorrebbe passare la serata di fronte al televisore, frittatona di cipolle, birra gelata, rutto libero, mentre la "donna" è in cucina. Ma il suo posto in paradiso è libero, e quindi ... deve nuovamente abbandonare il mondo dei vivi. In casa Fantozzi torna il lutto, il protagonista torna ... a subire nell'aldilà. Sono presenti in scena oltre ai già citati attori, Gigi Reder (Filini), e, in ruoli secondari, Antonio Allocca e Angelo Bernabucci. Qualche guizzo, qualche interessante critica ai costumi degli anni '90, s'intravede. L'intero racconto è tuttavia permeato di malinconia; la "parentesi terrena", che già in partenza immaginiamo a termine, del protagonista, coincide con uno spaccato della vita di un anziano, tra rimpianti, incomprensioni, disinteresse e derisione da parte di larghi settori di quella società, dinamica e competitiva, che avrebbe (in teoria) contribuito a forgiare. V'è, dunque, ben poco da ridere, anche perchè gli sketch non hanno alcunchè d'innovativo. Un episodio che non mi sento di consigliare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta