Regia di Alessio Cremonini vedi scheda film
Film asciutto che, sulla falsariga del Detenuto in attesa di giudizio di Loy, descrive "un" possibile girone infernale del sistema giustizia italiano. Trattandosi di una storia vera, lo fa però con estremo rigore, stando attento a non cadere in banalizzazioni e focalizzandosi sul caso specifico, senza farne una regola generale. Questo è un film su Stefani Cucchi e sul suo girone infernale. Poi ci sono riflessioni di carattere più astratto. Una legislazione in materia di sostanze stupefacenti contraddittoria e ambigua. Un sistema di presa in carico della tossicodipendenza lacunoso, che lascia spesso sole le famiglie a gestire i propri drammi. Forze dell'ordine cariche di stress e malumore che in taluni casi, si spera più unici che rari, rischiano di sfogare sul malcapitato di turno le loro frustrazioni. Di contro l'atteggiamento preordinariamente ostile di certi cittadini verso chiunque indossi una divisa. La trappola della burocrazia, della cultura della firma, della modulistica, dei regolamenti applicati ciecamente. Non ci sono categorie di carnefici, ma esseri umani con le loro debolezze che, se sbagliano, debbono essere chiamati individualmente a renderne conto. Non si sono vittime, né santini, a parte i familiari lasciati soli dallo Stato, che è il vero assente onnipresente in questo tremendo dramma.
Per il resto, ottima fotografia e un cast impeccabile, anche nei ruoli secondari. Grande prova di maturità di Borghi.
Da vedere.
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