Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film
La trama segue Elisabeth, un'attrice che viene colpita da mutismo dopo uno spettacolo teatrale, e Alma, un'infermiera, viene incaricata di prendersi cura di lei nella sua casa al mare. Tra le due donne nasce un'intensa e complessa relazione di scambio emotivo e di identità, dove le confidenze e le nevrosi di Alma sembrano riflettersi e sovrapporsi a quelle di Elisabeth, esplorando i temi del "sé" e della "maschera". Bergman con questo film esplora la crisi d'identità e la fusione tra le due personalità complesse e dolorose della protagonista Alma (Bibi Andersson) e la sua paziente Elisabeth (Liv Ullmann). Il film utilizza metafore visive e una narrazione meta-cinematografica per colmare i limiti del linguaggio, la maschera sociale e il conflitto interiore tra l'essere e l'apparire, rappresentando la psiche femminile e il suo tormento. (La rottura del quadro è un atto che spinge lo spettatore a riflettere sulla natura del cinema e su ciò che la mente umana deve includere nel suo flusso di rappresentazione per essere compresa) Film molto psicologico che richiama le teorie freudiane. Capolavoro assoluto di Ingmar Bergman
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