Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
Come noto, la Legge n. 75 del 1958 aveva abolito le case di tolleranza. Il programma di reinserimento nella società delle "signorine" non ottenne un buon risultato. Molte ragazze, infatti, continuarono ad esercitare sui marciapiedi l'antica professione.
Il film tratta proprio questo argomento. L'opera inizia all'interno di un postribolo nell'ultima sera in cui l'attività era ancora lecita.
Troviamo quattro ragazze intenzionate a proseguire l'attività in proprio. Con i loro risparmi rilevano una trattoria fuori città, da utilizzare come paravento per nascondere la "casa chiusa".
Il film è diretto in maniera impeccabile da Antonio PIetrangeli. Le quattro attrici protagoniste di questo capolavoro sono eccazionali. Adua (interpretata da Simone Signoret) è una donna decisa, forte e trova sempre il sistema per aiutare le sue compagne, ora diventate sue socie in affari. A volte deve intervenire anche con autorevolezza. Poi troviamo le altre tre compagne Caterina, Lolita e Marilina. Queste parti sono recitate dalle brave attrici, rispettivamente Gina Rovere, Sandra Milo e Emanuelle Riva. Ciascuna delle quattro protagoniste, ovviamente, ha una storia, un passato che riaffiora costantemente.
Il film affronta in maniera drammacitica il tema dell'emarginazione, senza mai dover ricorrere a facili scene spinte e volgari.
Le ragazze si scontrano subito con le difficoltà. Sono schedate e non ottengono la licenza per gestire la trattoria. Debbono quindi sottomettersi al sedicente Dottor Ercoli (un grande Claudio Gora in ottima forma) un losco individuo il quale per la sua "protezione" pretende un milione di Lire al mese. Occorre rammentare che i fatti narrati da Pietrangeli si svolgevano nel 1958, pertanto la cifra era molto alta per l'epoca. Tra i personaggi squallidi, troviamo anche l'ottimo Marcello Mastroianni, nel ruolo di un piccolo cialtrone che vive di espedianti.
Il film è molto amaro e triste, anche perchè racconta una vicenda altrettanto amara e triste.
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