Regia di Woody Allen vedi scheda film
Tra i film di Woody Allen, Settembre è uno di quelli che più esplicitamente rendono il loro tributo al cinema di Ingmar Bergman, ma il suo limite sta in una struttuta teatrale fin troppo evidente, che finisce per penalizzare la pellicola rendendola piuttosto statica e verbosa, nonostante l'eccellente resa della fotografia di Carlo Di Palma giocata su tinte autunnali nella casa di campagna del Vermont e l'indubbia competenza del regista nel posizionamento della macchina da presa. Anche a livello di drammaturgia non sembra portare granchè di nuovo, la costruzione della trama è debitrice di modelli "alti" come Bergman e Cechov e si rifà esplicitamente allo scandalo della figlia di Lana Turner condannata per aver ucciso il gangster Johnny Stompanato (anche se pare che fu la diva stessa ad esserne responsabile). Ciò che riscatta il film e lo porta su livelli almeno discreti è la recitazione: Woody è riuscito a trarre il massimo dal talento drammatico di Mia Farrow nella parte della fragile e tormentata Lane, l'anziana Elaine Stricht nel ruolo di sua madre avrebbe meritato una nomination all'Oscar ed è bravissima in certi confronti in cui risulta perfettamente calibrata e Dianne Wiest è sensibile e trepida senza inutili affettazioni. I maschi sono ugualmente bravi, ma i personaggi più interessanti restano quelli femminili: da menzionare almeno la prova di Sam Waterston, già da tempo fra i preferiti di Allen, molto convincente nel ruolo dello scrittore Peter. I virtuosismi di recitazione, per quanto possano strappare l'applauso, non bastano però a metterlo sullo stesso piano di quanto di meglio Allen aveva fatto durante gli anni 80.
voto 7/10
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