E' singolare come questo bel film del mezzo aborigeni Ivan Sen stenti a trovare una recensione adeguata(inadeguatezza comune a tanti quando ci si confronta con il cinema australiano e neozelandese di genere o meno) il suo essere stato certamente uno dei migliori titoli del cinema australiano, del decennio 2015-2025. E addirittura, stante la notorietà e il giusto riconoscimento, e considerazione, che la bellissima colonna sonora nostalgica e malinconica ha, tra gli appassionati di colonne sonore, nessuno che ne abbia minimamente accennato nelle recensioni qui. Anzi, per qualcuno la musica del film è "non pervenuta". Ma non a tutti è dato avete evidentemente orecchio, e soprattutto gusto, musicale/i. Oltretutto composta come quasi sempre dallo stesso Ivan Sen, caso raro alla Carpenter di regista-compositore.
Ho visto questo bel thriller dolente e elegiaco varie volte, sia in SD dei dvd che successivamente, appena seppi che era stato realizzato il sequel dell'alquanto affascinante e cupo "Mystery Road".
Il nostro protagonista viene nuovamente incaricato di un caso nel bel mezzo dell'outback e del nulla, in Australia, ma è un relitto (non sorprende, ricordandolo al primo film). In ogni caso, finisce per dover interagire con un poliziotto locale che è passivo di fronte a tutti i mali che vede intorno a sé, e ognuno è soltanto un ostacolo per affrontare l'altro. C'è una corruzione di massa insita nell'agglomerato di lavoratori dipendenti della compagnia, e la vita per alcuni non vale nulla, eppure un poliziotto locale può finire in entrambe le parti, soprattutto perché si lascia coinvolgere emotivamente dalle vicende del traffico di esseri umani di giovani donne cinesi che fanno le prostitute in un bordello mobile locale, per lavoratori e minatori.
Quindi, quello che abbiamo qui è il classico caso di redenzione. Il poliziotto locale lascerà il mondo com'è o ne sfiderà l'immoralità? Tutti gli altri sembreranno assecondarlo, ma il nostro protagonista inizialmente non può avere nessuno dalla sua parte a sostenerlo, Il poliziotto locale ad un certo momento lo sosterrà o no?
Come il primo film, anche questo è visivamente e sonoramente sontuoso, la vera star è la sua gloriosa fotografia, che contrasta il cuore oscuro dell'animo umano. Eppure riesce a fare nutrire ancora speranza in tutto questo limite invalicabile, ciò che gli uomini giusti e retti fanno, quando nessuno avrebbe il coraggio di oltrepassare quel punto per mancanza di coraggio personale.
Il nostro protagonista mezzo aborigeno pure lui è intrigante come sempre, e i suoi stessi difetti sono qualcosa che ce lo rende caro. Fu molto felice che Sen fece questo film, che continuava così il viaggio di questi personaggi principali. C'è un elemento alla Mad Max nel protagonista e nella storia (anche se non fantasy), ma comunque violenta e spietata.
Ancora una volta, questa era una sceneggiatura che valeva la pena trasporre da parte di Sen, e mi piacerebbe vedere un altro film della serie. Molto oscuro ma anche molto bello da guardare, c'è molto cuore in "Goldstone", per chi solo sa trovarlo. Merita ben di meglio e molto di più di quasi tutte le recensioni qui contenute perché pure come seguito del già ottimo "Mystery Road", riesce a incarnare ben oltre di un poliziesco giallo ambientato nell'outback australiano; in realtà "Goldstone" mi piacque di più, perché aveva più incognite e sotterfugi rispetto al suo predecessore. Pedersen torna nei panni del detective Jay Swan, ma questa volta è un po' più trasandato, avendo attraversato nella sua vita un grande trauma. Arriva a Goldstone, la piccola cittadina del titolo che è anche troppo definire cittadina ma è più un villaggio di lavoratori, un crocicchio, nell'outback, alla ricerca di una ragazza scomparsa, ma non venendo accolto molto bene e dovendo cercare di ritrovarla incontrando la resistenza di tutti.
Il nostro protagonista viene nuovamente incaricato di un caso nel bel mezzo dell'outback e del nulla, in Australia, ma è un relitto (non sorprende, ricordandolo al primo film). In ogni caso, finisce per dover interagire con un poliziotto locale che è passivo di fronte a tutti i mali che vede intorno a sé, e ognuno è soltanto un ostacolo per affrontare l'altro. C'è una corruzione di massa insita nell'agglomerato di lavoratori dipendenti della compagnia, e la vita per alcuni non vale nulla, eppure un poliziotto locale può finire in entrambe le parti, soprattutto perché si lascia coinvolgere emotivamente dalle vicende del traffico di esseri umani di giovani donne cinesi che fanno le prostitute in un bordello mobile locale, per lavoratori e minatori.
Quindi, quello che abbiamo qui è il classico caso di redenzione. Il poliziotto locale lascerà il mondo com'è o ne sfiderà l'immoralità? Tutti gli altri sembreranno assecondarlo, ma il nostro protagonista inizialmente non può avere nessuno dalla sua parte a sostenerlo, Il poliziotto locale ad un certo momento lo sosterrà o no?
Come il primo film, anche questo è visivamente e sonoramente sontuoso, la vera star è la sua gloriosa fotografia, che contrasta il cuore oscuro dell'animo umano. Eppure riesce a fare nutrire ancora speranza in tutto questo limite invalicabile, ciò che gli uomini giusti e retti fanno, quando nessuno avrebbe il coraggio di oltrepassare quel punto per mancanza di coraggio personale.
Il nostro protagonista mezzo aborigeno pure lui è intrigante come sempre, e i suoi stessi difetti sono qualcosa che ce lo rende caro. Fu molto felice che Sen fece questo film, che continuava così il viaggio di questi personaggi principali. C'è un elemento alla Mad Max nel protagonista e nella storia (anche se non fantasy), ma comunque violenta e spietata.
Ancora una volta, questa era una sceneggiatura che valeva la pena trasporre da parte di Sen, e mi piacerebbe vedere un altro film della serie. Molto oscuro ma anche molto bello da guardare, c'è molto cuore in "Goldstone", per chi solo sa trovarlo. Merita ben di meglio e molto di più di quasi tutte le recensioni qui contenute perché pure come seguito del già ottimo "Mystery Road", riesce a incarnare ben oltre di un poliziesco giallo ambientato nell'outback australiano; in realtà "Goldstone" mi piacque di più, perché aveva più incognite e sotterfugi rispetto al suo predecessore. Pedersen torna nei panni del detective Jay Swan, ma questa volta è un po' più trasandato, avendo attraversato nella sua vita un grande trauma. Arriva a Goldstone, la piccola cittadina del titolo che è anche troppo definire cittadina ma è più un villaggio di lavoratori, un crocicchio, nell'outback, alla ricerca di una ragazza scomparsa, ma non venendo accolto molto bene e dovendo cercare di ritrovarla incontrando la resistenza di tutti.
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