Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film
"Le corbeau" è probabilmente uno dei migliori risultati della carriera di Henri Georges Clouzot, autore di punta del cinema francese fino agli anni 60, un regista della Vecchia guardia che girò questo film durante l'occupazione nazista su un argomento spinoso che suscitò un vespaio di polemiche, quello della delazione e delle lettere minatorie.
In una tranquilla cittadina denominata St. Robin, un anonimo personaggio autodefinitosi Il corvo scrive lettere ai notabili iniziando una campagna diffamatoria contro il ginecologo Germain, accusato di adulterio e di praticare aborti illegali. La situazione degenera velocemente, con lo stesso Germain che cercherà di fare luce sul caso attivandosi in prima persona, ma la verità sarà svelata solo nell'ultima scena...
Si tratta di un film volutamente provocatorio, un dramma che svela la cattiva coscienza di molti francesi in uno dei periodi più bui della storia nazionale francese, quello in cui ci si divideva fra la Resistenza di un De Gaulle e il regime collaborazionista di Vichy. Il film, tuttavia, non è un attacco politico diretto, ma si ispira ad una vera vicenda accaduta nel 1917 nella cittadina di Tulle, con una sceneggiatura firmata dallo stesso Clouzot e da Henri Chavance che subì continue revisioni e modifiche anche durante la lavorazione. È un film molto basato sul dialogo, con qualche scena effettivamente un po' verbosa, ma per il resto è davvero efficace, perfino magistrale nella definizione dei caratteri e nel creare gradualmente un'atmosfera di malessere, sospetto e inquietudine con mezzi squisitamente cinematografici. Dunque, uno dei meriti più grandi di Clouzot è qui l'orchestrazione del ritmo, assai sapiente, ma anche la galleria dei personaggi e dei rispettivi interpreti, con un Pierre Fresnay in uno dei suoi ruoli più memorabili, il dottore dal sicuro fascino virile ma di solidi principi morali, reso con ammirevole sobrietà a livello espressivo, nonché le partecipazioni di Ginette Leclerc, attrice di notevole sex appeal e buone possibilità di scavo psicologico, Micheline Francey e soprattutto Pierre Larquey nel ruolo dello psichiatra Vorzet.
Il film è un degno contraltare europeo dei film Noir americani dell'epoca, girato con un rigore etico e una passione civile che, al netto di qualche piccola scivolata nell'ovvietà, ne fanno uno dei film più duri e meno invecchiati della sua epoca.
Voto 9/10
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