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Napoli violenta

Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film

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Ted_Bundy1979

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La recensione su Napoli violenta

di Ted_Bundy1979
8 stelle

Pure all'epoca nel 1976, e senza "la mafietta" dei rivalutatori di professione del cinema poliziesco italiano anni '70 come di tutti gli altri generi popolari, all'epoca nemmeno considerati-se non solamente come da idioti, chi li faceva e chi li vedeva da spettatore-, dai critici e recensori di stretta osservanza politica e contenutistica si può dire modello "l'Unità"(ma anche tutti gli altri giornaloni), era impossibile non accorgersi dell'altissima confezione e professionalità in praticamente ogni suo comparto, di "Napoli violenta", apoteosi del poliziesco vertiginoso alla Lenzi, e della "trilogia del commissario", ovvero Maurizio Merli/comm. Betti. Talmente prepotente e dalla forte, virulenta personalità, che grazie ad una regia dal punto di vista del ritmo, dell'incisività di situazioni, caratteri, fino a ogni singola faccia di un parterre di caratteristi e ruoli di supporti da applausi; persino quando rielabora "Il Braccio violento della legge" e "Il Poliziotto della Brigata Criminale". Cioè ella lunga sequenza da antologia -e senza per questo utilizzare questa definizione come una "frase fatta" alla Nazzaro-, dell'inseguimento-corsa parallela contro il tempo a Franco Casagrande/Elio Zamuto spietato professionista delle rapine in banca, che ha inventato un metodo geniale per crearsi un alibi-, prima in Giulietta contro motocicletta nel traffico impossibilmente congestionato di Napoli ad una velocità accelleratamente folle, pericolosissima, che pare quasi il "Koyaanisqatsi" d'azione di Lenzi. Poi continuando a piedi e quindi sui tetti della funicolare di Chiaia-in evidente ispirazione dai due film citati-, in una sequenza che alla pari di Belmondo anche Merli gira senza apparente controfigura,resa esaltante come i modelli di ispirazione anche dall'eccellente lavoro di macchina di Sebastiano Celeste e Fausto Zuccoli, e dal montaggio del grande Vincenzo Tomassi.[...]

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