Una cosa interessante, nel riguardare oggi Donnie Darko, è il poterlo vedere come una fotografia, forse un po’ bislacca, di un tempo che è poi cambiato rapidamente. I millennial che all’epoca lo amarono (grazie al suo successo in home video, dopo il flop dell’uscita in sala nel 2001) oggi non avrebbero difficoltà a ritrovarsi nell’adolescenza del protagonista, il giovane Donnie (un Jake Gyllenhaal a inizio carriera), che vive in una sonnacchiosa provincia americana degli anni 80. Non si rivedrebbero forse nella sua instabilità psichica, ma di certo nell’apatia silenziosa, rotta da moti di contestazione verso gli adulti con battute ciniche e brillanti, antesignane delle freddure da meme che avrebbero poi popolato il web.

Per i più giovani, il film di Richard Kelly è invece un cult che viene sì da un tempo lontano - coevo degli attentati dell’11 settembre, ma più affine agli Eighties in cui è ambientato (pensiamo allo stereotipo dei bulli della scuola, a metà strada tra Breakfast Club e Scream) - ma che è stato capace di cogliere un sentire emo poi molto rilevante negli anni Zero. A mettere d’accordo generazioni diverse ci pensa soprattutto una canzone: Mad World, composta nel 1982 dai Tears for Fears, e presente qui nella cover arrangiata per il film da Michael Andrews (al piano) e Gary Jules (alla voce). Una versione lenta e scarnificata, che al ritmo concitato del synth pop originale sostituisce l’afflato malinconico di un Erik Satie.
È il traino grazie a cui l’opera, sospesa tra inquietudini lynchane e suggestioni per i viaggi nel tempo, ricompone la sua iniziale frattura narrativa: ovvero quando Donnie, seguendo la profezia di Frank - l’uomo con la maschera da coniglio -, esce di casa prima che il motore di un aereo precipiti sulla sua camera. Frank, da lì in poi, tornerà più volte nelle allucinazioni del ragazzo, influenzandone le azioni, e avviando di fatto la sua storia d’amore - romantica e dimessa, in piena emo vibe - con Gretchen, una compagna di scuola. Mad World arriva nel finale, mentre il film riavvolge il nastro degli accadimenti, e diventa il collante emotivo degli eventi stessi. È triste e lirica, come una “poesia delle piccole cose” che guarda a una provincia a cui Donnie, infine, ha deciso di sottrarsi: dopo aver visto Gretchen morire davanti ai suoi occhi, torna indietro nel tempo per aggiustare le cose, finendo per soccombere all’incidente aereo di cui sopra.

È un brano che non solo contribuisce a fissare Donnie Darko nella memoria, ma che, nella versione del film, riscuote un successo tale da travalicare l’opera stessa (è utilizzata in E.R. - Medici in prima linea, CSI, Smallville e ancora altrove), entrando anche nel novero delle cover che superano per fama l’originale, sfiorando la deriva commerciale. È per questo che del film è bello citare anche una seconda canzone, un secondo riflesso condizionato, meno palese e “scritto” del precedente, e forse più emozionante.

Si tratta di Love Will Tear Us Apart dei Joy Division, che compare come sottofondo durante la festa di Halloween nella casa di Donnie, quando lui apre la porta a Gretchen e i due finiscono per fare l’amore nella camera al piano di sopra. Non solo il brano è un classico senza tempo (uscito nel 1980, poco prima che il cantante Ian Curtis si togliesse la vita, a soli 23 anni), ma è anche un epitaffio - sinfonico e allo stesso tempo post punk - sulla caducità dell’amore dei due ragazzi, che in quel momento coronano il loro sentimento, ma non sanno di trovarsi in una linea temporale in cui l’andare avanti o il tornare indietro provocherà la morte di uno dei due.

Love Will Tear Us Apart, in fondo, è il sentimento che soggiace al film stesso, rafforzato da una somiglianza fisica tra il giovane Gyllenhaal e Ian Curtis, che porta con sé anche un parallelo esistenziale tra il cantante e Donnie Darko, accomunati dalla solitudine e dall’alienazione suburbana. Pensare a Gyllenhaal/Donnie come a una proiezione di Ian Curtis nel futuro è forse solo una suggestione, ma è qualcosa che si risveglia ogni volta che lui apre la porta a lei, con in sottofondo quella canzone.
Il film
Donnie Darko
Fantascienza - USA 2001 - durata 113’
Titolo originale: Donnie Darko
Regia: Richard Kelly
Con Jake Gyllenhaal, Maggie Gyllenhaal, Patrick Swayze, Drew Barrymore, Jena Malone, Mary McDonnell
Al cinema: Uscita in Italia il 26/11/2004
in streaming: su Apple TV Amazon Video Google Play Movies
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