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La vergine indiana

Regia di Emilio Fernández vedi scheda film

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La recensione su La vergine indiana

di Utente rimosso (SillyWalter)
6 stelle

"Summa teologica del Vangelo secondo Maria Candelaria"

 

Fretta fretta! Devo fare in fretta sennò poi mi passa la voglia di commentarlo. Perché in effetti l'ho trovato un pochino...noioso?...prevedibile? Semplicione come una di quelle soap opera che a quelle latitudini vanno tanto e sempre (e non solo là, porcocazzo, che poi ce le vendono e finiscono in prima serata...). E ho detto soap opera e NON melodramma perché il melodramma un minimo di stratificazione e di complessità psicologica di solito ce la assicura. Fretta fretta! Niente, il punto è: visivamente interessante, per Xochimilco (pronuncia Socimìlco) che è la Venezia di Città del Messico, una rete di canali e isole naturali (?) che in epoca inca era una città a sè stante. Per cui Città del Messico è una sua appendice postuma. Quindi begli scorci e bella fotografia di Gabriel Figueroa (vi risparmio un passaggio, dice Wikipedia : «Gabriel Figueroa, [Città del Messico, 24 aprile 1907 – 27 aprile 1997] è stato un fotografo messicano. Ispirata alla pittura popolare messicana, la fotografia di Figueroa si distinse soprattutto per l'abilità nella ripresa di maestosi esterni naturali, i cui contrasti venivano accentuati mediante l'uso di appositi filtri rossi.» (ma va'...questo è interessante) Tra l'altro è anche autore della fotografia del bellissimo I FIGLI DELLA VIOLENZA di Buñuel. E bella è anche la protagonista: Dolores Del Rio. Che un tempo era una stella di Hollywood e ha fatto un mucchio di film...che non citerò. Lei è questa qui:

 

Pedro Armendariz, Dolores Del Rio

La vergine indiana (1944): Pedro Armendariz, Dolores Del Rio

 

Dolores interpreta Maria Candelaria (titolo originale), e anche se assomiglia a Roberta Capua dovrebbe discendere dagli indios...guardate cosa mi ha fatto la tv: so chi è Roberta Capua! E per tutto il film ho pensato che Maria Candelaria assomigliava a Roberta Capua e non sembrava affatto di etnia india. Questa sembra di etnia india:

 

Yalitza Aparicio

Roma (2018): Yalitza Aparicio

 

E già che ci siamo: bel titolo del cazzo LA VERGINE INDIANA. Cos'è, una squaw? Gioca a cricket? Sa di curry? INDIOS si dice. Si dice etnia INDIA. (L'amico Zanichelli qui alla mia sinistra annuisce...) FRETTA FRETTA! Vabbè. Un po' di trama: Maria è di etnia india ed è figlia di una prostituta. Per questo è schifata e ostracizzata da tutti gli altri indios. (Forse anche perché NON SEMBRA AFFATTO una di loro?... Non so, azzardo.) Gli unici a trattar bene Maria sono il prete caucasico (bella forza: sto qui tratta bene tutto e tutti e benedice anche gli animali...bella la scena della folla che porta a benedire oche, maiali, capre, cinghiali etc...),

 

 

Dicevo: tra chi la tratta bene c'è anche un pittore pure lui caucasico e borghesissimo e dalla morale bifronte che la vuole come modella... e poi c'è la sua amica porcellina su cui Maria fa molto affidamento per la sua succulenta prole futura. Immagine decisamente iconica.

 

 

Maria inoltre ama ricambiata il messicanissimo Pedro Armendáriz (che, vedi alle volte il caso, proprio l'altro giorno ho visto nel film di John Ford IN NOME DI DIO - IL TEXANO):

 

John Wayne, Pedro Armendariz, Harry Carey jr.

In nome di Dio - Il Texano (1948): John Wayne, Pedro Armendariz, Harry Carey jr.

 

Poi. Maria vive in una sorta di Eden coltivando fiori su un'isola di Xochimilco. Ma cosa succede quando un bel giorno i perbenisti le impediscono di portare al mercato di Città del Messico i suoi fiori? (Qualcuno sente anche il bisogno di ricordarci che : "il frutto non cade mai lontano dall'albero") Succede che non può venderli e accumula debiti con lo spietato padrone dello spaccio (anche lui indio, ma indio non alla Gian Maria Volontè...più indio alla Danny Trejo senza il machete...). Seguiranno ritorsioni e spiacevolezze varie.

 

Pedro Armendariz, Dolores Del Rio

La vergine indiana (1944): Pedro Armendariz, Dolores Del Rio

 

HO DETTO FRETTA, CAZZO! Allora: accenno di riflessione : il film è una specie di "summa teologica del Vangelo secondo Maria Candelaria" (questa finisce direttamente nel commentino). Perché sta Maria è un po' Vergine, un po' Cristo protomartire e un po' Maria Maddalena. Viene maltrattata, lapidata, inseguita con torce e forconi come neanche il mostro di Frankenstein, si becca la malaria, piange davanti alla statua della Vergine Maria e sostiene che è lei a piangere e poi se la prende addirittura con la Vergine come Gesù Cristo Superstar fa con Dio...

 

Ted Neeley

Jesus Christ Superstar (1973): Ted Neeley

 

«Why, why should I die?

Oh, why should I die?

Can you show me now

That I would not be killed in vain?

Show me just a little

Of your omnipresent brain

Show me there's a reason

For your wanting me to die

You're far too keen on where and how

But not so hot on why»

 

Ma non fatevi venire strane idee. MARIA CANDELARIA accanto a tutti i motivi messi in campo da JESUS CHRIST SUPERSTAR sembra MARCELLINO PANE E VINO "for DUMMIES". L'unico parallelo che regge è che sia Gesù Superstar che Maria Candelora sono molto più occidentalmente belli di quanto dovrebbero essere. Per il resto a dire il vero forse ho trovato più interessante il regista del suo film. No perché Emilio Fernandez lo conoscete più o meno tutti di vista, è stato tra l'altro attore per Peckinpah ne IL MUCCHIO SELVAGGIO e VOGLIO LA TESTA DI GARCIA:

 

Emilio Fernández

Il mucchio selvaggio (1969): Emilio Fernández

 

Fernandez ha avuto una vita a dir poco inconcepibile e indescrivibile, e infarcita di leggende per sovrappiù. Quindi, in attesa che gli dedichino una serie televisiva...

 

Wikipedia : «Emilio El Indio Fernández, che nacque nello Stato messicano di Coahuila, era un mestizo (meticcio), nato da padre di origini caucasiche e da madre di origine india. Ancora adolescente abbandonò gli studi per prestare servizio come ufficiale durante la rivolta del generale messicano Adolfo de la Huerta contro il presidente messicano Venustiano Carranza. A seguito del fallimento della rivolta e dell'esilio di de la Huerta negli Stati Uniti, Fernàndez venne processato e condannato a vent'anni di prigione. Dopo essere fuggito di prigione raggiunse il generale de la Huerta in California, a Los Angeles, dove iniziò a lavorare nel mondo del cinema cercando di apprendere quanto possibile i rudimenti della regia e della produzione cinematografica. Secondo una leggenda nel 1928 Cedric Gibbons, membro della Motion Picture Academy, aveva ricevuto l'incarico di creare il trofeo da utilizzare per la premiazione e grazie alla futura moglie Dolores del Río conobbe Emilio che a fatica accettò di posare nudo per il trofeo in seguito sarà soprannominato "Oscar". (Potrebbe benissimo darsi, come potete notare da giovane era un bel fustaccio...) 

 

 

Nel 1934, con l'elezione a presidente di Lázaro Cárdenas, i ribelli huertisti godettero di un'amnistia, permettendo a Fernàndez di fare ritorno in patria e di iniziare a lavorare nella cinematografia messicana in qualità di attore e sceneggiatore. Il suo aspetto da indio, che gli fece guadagnare l'appellativo di "Indio", gli permise di fare il suo debutto cinematografico come attore protagonista nella pellicola Janitzio del 1935, per la regia di Carlos Navarro, proprio nei panni di un indio. Nel 1943 grazie ai produttori messicani si forma un gruppo di lavoro che diede vita quello che in seguito è stato definito il "periodo d'oro" del cinema: oltre al regista Fernandez lo sceneggiatore Mauricio Magdaleno il direttore della fotografia Gabriel Figueroa e gli attori Pedro Armendáriz e Dolores del Río (alla sua prima esperienza nel cinema messicano). La prima pellicola realizzata da questo gruppo fu "Messico insanguinato" cui fece seguito "La vergine indiana" che fu premiato a Cannes. Per un decennio i suoi film vennero presentati in vari festival cinematografici ottenendo diversi riconoscimenti oltre che registrando incassi elevati ma poi venne visto come un regista datato che forniva una falsa rappresentazione del suo paese. Non riuscendo a trovare lavoro come regista ritorna a lavorare come attore anche per Hollywood in produzioni di alto livello.»

 

 

Un'altra simpatica leggenda sempre da Wikipedia: «Fernández ha detto di aver scritto una prima versione del plot di MARIA CANDELARIA al ristorante su 13 tovaglioli come regalo di compleanno per Dolores Del Rio.»...Non vorrei...ma tendo a crederci.

 

Ultima spigolatura: si sottolineava più su che LA VERGINE INDIANA alias MARIA CANDELARIA ha vinto Cannes. Va però specificato che quell'anno (1946) il "Grand Prix" lo vinsero a parimerito ben 11 (dico UNDICI!) pellicole: LA GRANDE SVOLTA,  UOMINI SENZ'ALI,  SPASIMO,  LA VERGINE INDIANA ,  ROMA CITTÀ APERTA ,  LOWLY CITY,  BREVE INCONTRO ,  SINFONIA PASTORALE,  GIORNI PERDUTI ,  I CAMPI SCARLATTI e L'ULTIMA SPERANZA.  E non fate finta di conoscerne più di 4 o 5...

 

 

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