2 stagioni - 12 episodi vedi scheda serie
De Badde Gai Ciù.
Con questa seconda stagione l’ucronia (in parte distopica, in parte utopica, e per la maggior parte schifosa uguale alla nostra linea spazio-temporale) di “The Bad Guy” – creata e, con Fortunata Apicella, Giacomo Bendotti e Giordana Mari, sceneggiata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe G. Stasi, anche regista con Giancarlo Fontana, anche montatore, mentre la fotografia è di Gogò Bianchi e le musiche di Francesco Cerasi – diventa sempre più cartoon-grottesca (ma This Is Italy, e quindi il selfie della Municipale col boss invece è solo, e manco tanto iper, realismo in purezza), tanto nel male (dal sottopancia di Sky TG24 al 31’45’’ del 3° ep. - “La guardia costiera concede alla nave di migranti Mare Tostum l’approdo nel porto sicuro di Trieste.” -, e a ‘sto punto allora potevano davvero svaccare in bellezza, ma con più costrutto critico, sostituendo Trieste con Amburgo, al telefonatissimo cetacicidio delle orche (♦), che l’anima di Stefano D’Arrigo vi porti!) quanto nel bene [un Lo Cascio sempre a fuoco, anche fuori dalla sua zona di comfort, quando la figlia del boss spezza il climax della presunta rivelazione epifanica piazzando un bel «“Scotellaro” chi?» di sicilian-santoresca memoria, uno Stefano “da un’idea di” Accorsi molto bravo - anzi qui forse nel suo ruolo migliore (?!) di sempre, ad esclusione dell’ultimo gesto compiuto che priva (a parte flashback o apparizioni fantasmatiche nella prossima annata, tipo Isabella Ragonese in "Rocco Schiavone") la serie del suo fondamentale paio di occhiaie (ché ora come ora non bastano quelle di Carolina Crescentini a sostituirle) - che con quella faccia lì fa quell’espressione un po’ così, ovvero giusta, vuoi ribadendo al ministro dell’interno che ci sono sempre quei tre cacciabombardieri a Ciampino pronti a partire, vuoi rispondendo con un tic blefarospasmatico del muscolo orbicolare alla sorella di Scotellaro che gli chiede, anche lei con la sua bella faccia lì, con quell’espressione un po’ così, piena di Caramazza/Cazzimma, “Ma almeno lo sai che cosa stai cercando?”, mandandolo in cortocircuito e facendolo vacillare sino al “Non c’erano assorb… Usato?”, e un ottimo, quasi muto, Aldo Baglio), riesce a districarsi fra le varie istanze di genere ottenendo un buon equilibrio tra le parti e un ritmo brioso.
- Un giorno moriremo tutti...
- Ma tutti gli altri giorni no.
“Dö” di Jan Stenmark, citato (più o meno in contemporanea col Vasco Brondi di “Va’ Dove Ti Esplode il Cuore”) nella dedica dietro al dipinto a olio dalì-dechirico-o’keeffeiano che Scotellaro si porta via dal talamo nuziale.
Accanto a Luigi Lo Cascio (“la Meglio Gioventù”, “Buongiorno, Notte”, “Noi Credevamo”, “Romanzo di una Strage”, “la Città Ideale”, “Delta”), due massonico-pluto-rettilian-turbo attrici quali Claudia Pandolfi (Ovosodo, Auguri Professore, Lavorare con Lentezza, Cosmonauta, la Prima Cosa Bella, Quando la Notte, i Più Grandi di Tutti, la Profezia dell’Armadillo, Siccità) e Selene Caramazza (Cuori Puri, Prima che la Notte, Spaccaossa), e poi tornano Antonio Catania, Fabrizio Ferracane, Giulia Maenza, Bebo Storti, Antonio Zavatteri, Alessandro Lui, Guia Jelo, Mimmo Mignemi, Enrico Lo Verso, Ivan Giambirtone, Souleymane Seye Ndiaye, e infine le già citate new entry Stefano Accorsi, Carolina Crescentini e Aldo Baglio, più Gianfelice Imparato.
Nel juke-box ritorna anche IoSonoUnCane (Iacopo Incani), qui - non più da “Die”, ma da “Ira” - con la splendida “Hiver”, e poi Otello Profazio (con “la Leggenda di →”), Colapesce Dimartino, Tiromancino “feat.” Lucio Dalla…
(♦) Come si può voler così male a un animale che utilizza salmoni per cappello?
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta