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The Bad Guy

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2022-2022
  • 6 episodi

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mck

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La recensione su The Bad Guy

di mck
7 stelle

Il limite evidente di “the Bad Guy” è che non dice alcunché oltre a quello che espone.      

 

La cronologia “reale” sarebbe questa:
- 1992: Falcone e Borsellino.
- 2012: Didascalia “8 anni prima” rispetto al prologo.
- 2017: Didascalia “5 anni dopo” rispetto agli eventi svoltisi “8 anni prima” rispetto al prologo.
- 2020: Presente (Prologo).

La scelta invece è stata quella di ambientare e svolgere “the Bad Guy” (6 episodi da 50 minuti l’uno) in un presente e in futuro prossimi (2017-2025) alternativi, un universo ucronico (in parte distopico, in parte utopico, e per la maggior parte schifoso uguale) nel quale Cosa Nostra

– e questo è l’elemento più insopportabilmente lasco, fuori fuoco e superficiale dell’intera serie (a parte il fatto che in questo mondo le Caretta caretta non sono use a ricoprire di sabbia i loro nidi, abbandonando la prole ovarica al proprio destino ch’è quello di cuocersi al sole o di essere divorata da ratti e gabbiani) creata e diretta da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi (col primo che si occupa del montaggio e il secondo della sceneggiatura con Ludovica Rampoldi e Davide Serino), ovvero i meri esecutori materiali di “Metti la Nonna nel Freezer” e “Bentornato Presidente”, parto delle meningi di un’altra coppia di soci, Bonifacci & Giuliano –

ha sì “smesso” di uccidere “civili” più o meno nel nostro stesso periodo, dato che nel 2017, alla prima proiezione di “il Giudice Buono”, l’orrido film per la TV targato RAI-MEDIASET-SKY e pronto per essere proiettato alla Festa del Cinema di Roma e al Quirinale, col Ponte sullo Stretto (che viene definito “necessario” da uno dei personaggi non proprio sveglissimi) in costruzione, si sente dire che ricorrono i vent’anni della morte del giudice e procuratore antimafia Bray, ammazzato quindi nel 1997

– quando la Stagione delle Stragi, degli Attentati e delle Ammazzatine nella nostra Linea Spazio-Temporale si stava, salvo “eccezioni”, lentamente spegnendo (e del resto una delle trame sotterranee, anzi il vero MacGuffin, dell’intera serie, riguarda proprio il Papello della Trattativa Stato-Mafia) –

con un atto dinamitardo compiuto in mare pari a quelli perpetrati sulla terraferma di Capaci e di Via D’Amelio, ma, per l’appunto, vi è anche un convitato di pietra, cioè, meglio, di cemento disarmato, vale a dire il suddetto Ponte sullo Stretto - attenzione: sciattamente (dalla writers’ room istruente il reparto CGI) adibito al solo traffico autostradale e non a quello ferroviario?! -, che subisce un crollo parziale nel 2022 e che si sostituisce così all’identico disastro che ha colpito la nostra versione del cronòtopo, dato che la giornalista di SkyTG24 afferma trattarsi della “più grave tragedia [s’intende “dello stesso genere”, perché in quanto a terremoti, frane, inondazioni, valanghe, incidenti ferroviari e navali, hai voja!] che ha scosso l’Italia negli ultimi 15 anni” e il Viadotto Polcevera, conosciuto come Ponte Morandi, evidentemente nel mondo di “the Bad Guy” è ancora

(chissà poi perché, visto che l’attuale disastro appena avvenuto in assenza di terremoti tra Scilla e Cariddi sia indice del fatto che in quella espressione del multiverso la cura nello scegliere i materiali da costruzione, l’attenzione prestata all’effettuare i controlli statici e la dedizione nel programmare gli interventi di manutenzione non siano ai primi posti degli ordini del giorno e d’altro canto testimoni come una non certo ideale prassi possa essere presa quale fil rouge che tenga annodate insieme tutte le diramazioni dello S-T)

in piedi (o, comunque, chissà cosa sarà mai accaduto di così tremendo in quel mondo nel 2007, dato che qui da noi l’Aquila e dintorni hanno iniziato a tremare alla fine dell’anno successivo).

Poi, ancora da SkyTg24, mentre poco prima la voce di Enrico Mentana dal TgLa7 coglie una Claudia Pandolfi piangente consolata da Mandorla, pronuncia la seguente frase, iperrealistica per quanto “scrupolosamente”, perfettamente, inarrivabilmente, inconsapevolmente cringe (FremdSchämen & SchadenFreude): “Sembra quasi uno scherzo del destino che Scotellaro sia la vittima eccellente del crollo del ponte la cui costruzione pare fosse stata appaltata ad aziende vicine a cosa nostra.”

 


Luigi Lo Cascio (qui in zona "Smetto Quando Voglio: MasterClass & Ad Honorem" con aggiunta di - ?? - plastica facciale: "Non me somiglia pe' niente!") spadroneggia, azzeccando quasi sempre in pieno il tono e la (dis)misura del contesto cartoonesco.

 

Claudia Pandolfi [“rifugiata(si)” nel buen retiro della tv di media qualità e che i soli Virzì hanno saputo valorizzare a dovere, al cinema, prima e dopo il “Lavorare con Lentezza” di quando Chiesa ancora fingeva di provarci] e Selene Caramazza (“Cuori Puri”), deuteragonista l'una e parziale antagonista l'altra, contribuiscono a mantenere alta l'asticella, e anzi ne aumentano la misura/valore.

 

 

 

Così come, del resto, fanno i rimanenti attori componenti il gran cast: Vincenzo Pirrotta [regista, co-sceneggiatore (con Rosato, Ficarra e Picone) e interprete di “Spaccaossa”, set condiviso con, tra gli altri, alcuni degli attori di “the Bad Guy”, quali Luigi Lo Cascio, Selene Caramazza e Aurora Quattrocchi (recentemente anche mazzuolatrice di ammeregani in “the White Lotus: Sicliy”), e che che qui nel coatto esilio abruzzese passa da «‘ndrento a ‘e roulotte ci alleva i visoni» a «pescare (le talpe) con le bombe a mano»], Fabrizio Ferracane (“Anime Nere”, “l’Ordine delle Cose”, “la Terra dei Figli”, “AriaFerma”, “Leonora Addio”), Giulia Maenza (“il Filo Invisibile”), Guia Jelo (“le Buttane”), Enrico Lo Verso (“il Ladro di Bambini”, “Lamerica”, “Così Ridevano”), Mimmo Mignemi, Antonio Zavatteri, Ivano Calafato, Alessandro Lui, Francesco Zenzola, Barbara Tabita, Souleymane Seye Ndiaye, Colapesce & Dimartino (“WOW-WowTerWorld”!) e una marea di caratteristi uno più bravo dell’altro [a parte un paio di compars(at)e prese di peso da “LoL” e sbattute sul set in quota Amazon Prime Video che, a sua volta, da magnanimo magnate/mecenate qual è (in Italia fra le prime 30 aziende per numero di posti di lavoro creati/occupati, e ricavi per 7,25 e 8,75 miliardi di euro nel 2020 e nel 2021, con rispettivamente 345 e 750 milioni di euro di tasse versate, comprensivi dell’IVA e delle imposte trattenute in busta paga) si lascia giornalismod’inchiestizzare in fatto di evasione fiscale: tanto, che je freca?] ruotano loro intorno in orbite un po’ prestabilite e un po’ libere, mentre Antonio Catania, qui in un cammeo, sarà, con tutta probabilità, fra i protagonisti della seconda stagione.

Fotografia: Gian Enrico “Gogò” Bianchi (“la Capa Gira”, “Estate Romana”, “Mio Cognato”, “Jimmy della Collina”, “Riprendimi”, “Pranzo di Ferragosto”, “Gianni e le Donne”, “Buoni a Nulla”, “Lontano Lontano”, “Anna”) e musiche di Francesco Cerasi (con, a parte l’orridamente indimenticabile “WowterWorld” di Colapesce & Dimartino e l’immancabile momento Lucio Dalla, qui a mezza via tra il riuscito e l’inciampo (come tutta la serie, del resto), un paio di belle “sorprese”: “Conchiglie” di Andrea Laszlo De Simone, “Stormi” di Jacopo Incani, aka Iosonouncane e… “Tornerò” dei Santo California.

 

 

Dischi A(ni)mati / 1: “Die

 

 

“No”, “Va”, “Beh” e pure “!”, toh!  ["Mille Voci", tutte in playback.]

 

 

Infine: interessante caso di feuilleton in cui il prologo di serie non viene ripreso nell’epilogo di stagione, ma rimanda il ricongiungimento a quella successiva, o a quella dopo ancora (un esempio per tutti: "Better Call Saul"). Ipotesi attendibile è che all'altezza della terza (ed ultima) stagione avvenga la parziale sincronizzazione delle due divergenti dimensioni parallele.

Pilotata guerra di mafia ed edilizia acrobatico-ipogea.
Il limite evidente di “the Bad Guy” è che non dice alcunché oltre a quello che espone.        

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