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Better Call Saul

6 stagioni - 63 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2018-2018
  • 10 episodi

L'autore

mck

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Better Call Saul

di mck
9 stelle

Split screen, split lives. Nasce Saul Goodman. Uccidendo Slippin' Jimmy McGill. E nasce anche Mike Ehrmantraut. Uccidendo [...]. “It's All Good, Man!”. E noi, negli occhi di Kim, ci guardiamo "sorprenderci" di tutto ciò.


A Mathew B. Brady Picture.
I teneri home movie con un po' di cotone idrofilo e acqua ossigenata prendendosi cura l'una dell'altro con piccoli gesti reciproci? No, le foto dal fronte interno della macelleria (new) messicana.

 


Split screen, split lives. Struggente.
La progressione qualitativa degli episodi che questa quarta stagione (alla quale finalmente posso dare * * * * ½, un 9 pieno) mette in atto nel suo dipanarsi e accelerare è impressionante: ogni scena madre dispone, esprime e contiene almeno tre livelli, diegetici ed extra-diegetici, di lettura: incomprensioni tra protagonisti (Ep. 9 - Jimmy: “Va detto che...in tanti imploreranno per poter usufruire del vecchio trattamento alla Huell Babineaux… I nostri poteri...insieme. La gente pagherebbe fior fior di quattrini per far annullare una sentenza che potenzialmente rovinerebbe loro la vita.” - Kim: “Credo che dovremmo usare i nostri poteri solo per fare del bene.” - Jimmy: “E cos'è che consideriamo buono stasera, alle nove e sei minuti?” - Kim: “Sai cosa? L'ha detto Potter Stewart. «Lo sapremo quando lo vedremo.»”), doppi giochi (in)consapevoli [Jimmy, ep. 9, accusato (finezza: da due giudici donna e un maschio beta) di insincerità perché non ha mentito scusandosi per un sentimento che non prova], trielli con le aspettative dello spettatore {indicativa la splendida sequenza d'apertura del 7° ep., girata e montata in split screen [con infine la sola parte di schermo a Kim dedicata che, una volta chiuso il time jump e riunite le loro vite (la linea di demarcazione fra i due fotogrammi - che ormai sono un unico frame - resta, ma il quadro è adesso unico, tanto spazialmente quanto temporalmente), si spegne a nero], ch'è solo l'inizio di un continuo rimpallo di possibilità comportamentali, emotive, decisionali}.

 


A partire dalla fine del 3° ep., con Jimmy (Bob Odenkirk) che mette in scena la lettura ad alta voce della lettera scrittagli a suo tempo dal fratello Charles (Michael McKean) e ora, adempiendo alle volontà testamentarie di questi, passatagli da Kim Wexler (Rhea Seehorn) - che, se da una parte subisce il lutto per la morte di Chuck in vece di Jimmy, dall'altra ne “sfrutta” la parte superficialmente borderline per evadere essa stessa dalla routine quotidiana...non facendo in pieno i conti con la parte più radicalmente costitutiva di Saul -, e proseguendo con molte sequenze miliari - di pura narrazione, argomentazione e stile o di profonda speculazione, suggestione e morale - presenti negli episodi successivi, è col quartetto composto dagli ultimi episodi, da buona parte del 6°, passando per tutto ciò che concerne 7°, 8° e 9°, sino al finale di stagione del 10°...

[ultimo ep. che inizia con un bel - come al solito - prologo (quando Jimmy invita sul palco Chuck...già sappiamo che il fratello maggiore finirà per rubargli il microfono: This Is Spinal Tap! E senz'alcun motivo, anzi del tutto inopinatamente, la mia mente corre a Bertram Cooper in “Waterloo”, 7° ep. della 7a stag. di “Mad Men”, poco dopo quel 20 Luglio del 1969: il sorriso e le lacrime, almeno, sono gli “stessi”) e termina con un cortocircuito in escalation durante il quale come Kim veniamo sballottati da Jimmy, e come Kim pensiamo, e poi pensiamo che Kim non può pensare di credergli davvero, e invece si, e...],

...che “Better Call Saul” finalmente diventa, in pieno…“Breaking Bad”? No: “Better Call Saul”. Così come Jimmy declama per la seconda volta il suo nome, prima dello stacco a nero terminale.

 


“Se decidete che posso essere un avvocato, farò tutto ciò che è in mio possesso per essere degno del nome McGill.”
Inizierà col cambiarsi il nome.
“It's All Good, Man!”: nasce Saul Goodman. Uccidendo Slippin' Jimmy McGill. E ingannando (ché poi in realtà James non cambia: passa sopra e sopravvive. Jimmy non cambia: è già Saul), prima di tutti gli altri, Kim.
E nasce anche Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks). Uccidendo Werner Ziegler (Rainer Bock). E in séguito morirà “così”, Mike, in “Say My Name” (BB 5.7). E auf Wiedersehen.

 


Note.
Din! Din!
Lalo (Tony Dalton) a Nacho (Michael Mando) a proposito di Hector Salamanca (Mark “Alberto the Shadow from Scarface” Margolis): “Same old Hector! Just wants to kill everybody!”

 


Impagabile (ma pagabilissimo: i link rimandano ad autentica beneficenza) il sito creato appositamente per salvare Huell Babineaux: http://www.freewill-baptistchurch.com/index.php. Free Huell Babineaux!

 


Produzione: AMC. Distribuzione internazionale: NetFlix. Fotografia: Marshall Adams e Arthur Albert. Montaggio: Skip MacDonald e Chris McCaleb. Musiche della sigla dei titoli di testa: Little Barrie. Musiche della serie: Dave Porter. Location: Albuquerque, New Mexico.

 


Cast encomiabile, Kim adorabile.

 


Scene iconiche per un Howard Hamlin (Patrick Fabian) distrutto dal rimorso inculcatogli e per un Gus(tavo) Fring (Giancarlo Esposito) canonicamente glaciale.

 

 

The Winner Takes It All.

- “Kristy! Signorina Esposito! Aspetti... Ehi... Jimmy McGill, piacere. Ci siamo incontrati dentro.”
- “Oh, salve.”
- “Salve... Ehm... Non l'hai ottenuta. Non ce l'avresti, mai, fatta. Loro... Ti mostrano qualcosa, ti dicono che hai una possibilità, ma... Mi dispiace, è una menzogna. Avevano già le idee ben chiare in testa, sapevano chi avrebbero scelto prima che tu entrassi da quella porta. Hai commesso un errore, e loro non ti perdoneranno, mai. Per quanto li riguarda il tuo sbaglio è ciò che ti identifica. È tutto ciò che sei. E non sto parlando solo della borsa di studio, mi riferisco a tutto quanto. Voglio dire... Ti sorridono, ti accarezzano la testa, ma non ti faranno entrare, mai e poi mai te lo lasceranno fare. Ma, ascolta. Ascoltami. Non ha importanza. Non importa, perché non hai bisogno di loro. Non te la daranno? E allora? Chi se ne frega? Te la prenderai! Farai tutto ciò che serve. Hai capito? Mi hai sentito bene? Non giocherai seguendo le regole. Andrai per la tua strada, farai ciò che loro non farebbero. Sarai furba, e sveglia. Prenderai qualche scorciatoia, e vincerai. Loro sono al 35° piano? Tu sarai al 50°, e li guarderai dall'alto in basso. E più salirai, più ti odieranno. Bene. Bene! Sbattiglielo in faccia. Falli soffrire. A loro non importa molto di te. E allora? Che importa? Che si fottano! Ricorda: chi vince si prende tutto.”
- “Devo...devo andare a prendere l'autobus.”
- “Ah... Hai...hai capito quello che sto cercando di dirti, vero?”
- “Si. Penso di si.”

 


Episodi stag. 4:
01. “Smoke”, scritto da Peter Gould e diretto da Minkie Spiro.
02. “Breathe”, scritto da Thomas Schnauz e diretto da Michelle McaLaren.
03. “SomeThing Beautiful”, scritto da Gordon Smith e diretto da Daniel Sackheim.
04. “Talk”, scritto da Heather Marion e diretto da John Shiban.
05. “Quite a Ride”, scritto da Ann Cherkis e diretto da Michael Morris.
06. “Pinata”, scritto da Gennifer Hutchison e diretto da Andrew Stanton.
07. “SomeThing Stupid”, scritto da Alison Tatlock e diretto da Deborah Chow.
08. “Coushatta”, scritto da Gordon Smith e diretto da Jim McKay.
09. “Wiedersehen”, scritto da Gennifer Hutchison e diretto da Vince Gilligan.
10. “Winner”, scritto da Peter Gould e Thomas Schnauz e diretto da Adam Bernstein.


Per questa stagione il creatore di BB e BCS, Vince Gilligan, passa il testimone di showrunner (“limitandosi” a dirigere il 9° ep.) al co-creatore Peter Gould, che ne esce alla grande.

  


Annate precedenti: primasecondaterza.
Stag. 4: * * * * (¼) ½, un 9 pieno.      

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