Alla nuova ondata di cineaste audaci del cinema sloveno, che continua a sorprendere con opere che sfidano convenzioni e scavano nell’intimità dell’esperienza umana, appartiene anche Urška Djukic che con il suo film d’esordio, Little Trouble Girls, si affaccia al Festival di Berlino nella sezione Perspektive, con una storia di formazione, scoperta e ribellione contro i dogmi imposti. Lo vedremo prossimamente nelle sale italiane grazie alla distribuzione di Tucker Film.
Un coro di voci ribelli
Lucia, una sedicenne introversa, trova rifugio nel coro della sua scuola cattolica, dove stringe amicizia con Ana-Maria, una terza liceo affascinante e disinvolta. Quando il gruppo parte per un ritiro in un convento di campagna, la dinamica tra le ragazze si incrina: Lucia si sente attratta da un enigmatico restauratore dagli occhi scuri, mentre il suo rapporto con Ana-Maria si fa più teso e carico di sottintesi. In questo ambiente intriso di spiritualità e repressione, Lucia si trova a fare i conti con il risveglio della sua sessualità e con il peso delle aspettative sociali, mettendo in discussione il suo posto nel mondo e le certezze che fino a quel momento la guidavano.
Little Trouble Girls (2025): Jara Sofija Ostan, Mina Svajger
Urška Djukic: una voce nuova e potente
Urška Djukic non è nuova al panorama cinematografico europeo. La sua opera precedente, il cortometraggio animato Granny’s Sexual Life, ha ottenuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui il premio dell’European Film Academy per il miglior corto nel 2022 e il César per il miglior corto animato nel 2023. Il suo percorso artistico è segnato da un interesse costante per il corpo, la sessualità e i tabù culturali, esplorati con un linguaggio visivo evocativo e un approccio profondamente empatico.
L’ispirazione per il film Little Trouble Girls nasce nel 2018, quando Djukic assiste a un concerto di un coro femminile sloveno. Il contrasto tra la purezza delle voci e l’energia sessuale latente delle giovani cantanti la colpisce profondamente. "Era qualcosa di viscerale, un’energia che non potevo ignorare", racconta la regista. Da qui prende forma una riflessione sulla voce femminile come strumento di potere e ribellione, sulla scoperta del desiderio in un contesto che la considera peccaminosa.
Un cast giovane e talentuoso
Per il ruolo della protagonista del film Little Trouble Girls, Lucia, Djukic ha scelto Jara Sofija Ostan, attrice alla sua prima esperienza cinematografica ma dotata di un’intensità magnetica. "Quando ho visto la sua candidatura, ho capito subito che era lei. Ha un’anima antica in un corpo giovane, uno sguardo capace di raccontare mille emozioni senza bisogno di parole", spiega la regista. Il suo percorso durante le riprese è stato anche un viaggio di crescita personale, un’esplorazione del corpo e delle sue emozioni che si riflette nell’evoluzione del personaggio.
Mina Švajger, nel ruolo di Ana-Maria, incarna l’altra metà di un duo complementare. "Lucia e Ana-Maria sono come lo yin e lo yang, due facce della stessa persona", dice Djukic. La loro relazione, caratterizzata da attrazione e rivalità, supera le categorie tradizionali di amicizia e desiderio, esplorando la complessità delle relazioni adolescenziali.
Little Trouble Girls (2025): scena
Un film che canta attraverso il corpo e la voce
La musica gioca un ruolo centrale nel film, non solo come colonna sonora, ma come linguaggio espressivo. Djukic ha creato un coro appositamente per il progetto, selezionando trenta giovani cantanti e affidandole alla guida della musicista Jasna Žitnik. Il repertorio comprende canti popolari sloveni e un’antica preghiera italiana, eseguita in una scena suggestiva sotto una cascata. Il film si chiude sulle note di Little Trouble Girl dei Sonic Youth, un brano che non solo ha ispirato il titolo, ma ne incarna perfettamente il messaggio di ribellione e autodeterminazione.
Un messaggio potente sulla sessualità e l’autodeterminazione
Uno degli aspetti più rivoluzionari del film Little Trouble Girls è il suo approccio alla sessualità adolescenziale. Djukic rifiuta le narrazioni punitive o moraliste, scegliendo invece di mostrare la sessualità come parte integrante della crescita personale. "Ancora oggi, nel 2025, parlare apertamente di sessualità genera resistenze e imbarazzo. Ma il silenzio e il senso di colpa sono strumenti di controllo. Volevo raccontare una storia in cui il desiderio non è un peccato, ma un mezzo di conoscenza di sé", afferma la regista.
Little Trouble Girls è più di un film di formazione: è una dichiarazione d’intenti, un inno alla libertà e alla scoperta di sé. Con una regia delicata ma incisiva, un’estetica sensoriale e interpretazioni autentiche, Urška Djukic è all’inizio di un viaggio che promette di scuotere il pubblico e la critica, portando alla luce le voci troppo a lungo rimaste nell’ombra.
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