ELIO GERMANO. MA COSA STO FACENDO?
L'ultima ruota del carro (2013): Elio Germano
Asti 28 febbraio 2016
Quando nel 1783, il grande poeta Vittorio Alfieri, scrisse la famosa frase :<<Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli>> non poteva immaginare che Elio Germano avrebbe incarnato quell’inquietudine illuministica nel nostro tempo e tantomeno che sarebbe stato premiato ad Asti, città natale del Poeta, in ragione della sua individualità e libertà artistica.
Il Circolo Cinematografico Vertigo e l’assessorato alla cultura della Città di Asti hanno deciso di dedicare una serata tributo all’attore Elio Germano, per essersi distinto, sebbene ancora giovane ( classe 1980): <<per la capacità espressiva e il talento dimostrati, ma con ancora molta strada davanti, per poter lasciare una traccia profonda nel Cinema Italiano>> come ha lucidamente annunciato dal palco Paolo Perrone, presidente “illuminato” del Circolo Vertigo. La Città risponde, il Teatro Alfieri è colmo di appassionati in ogni ordine e grado. I due critici cinematografici presenti, Anna Pasetti e Francesco Crispino coadiuvati dal critico musicale Massimo Cotto, accolgono l’arrivo dell’ospite tanto atteso con il lancio di una bellissima clip riepilogativa della carriera di Elio Germano, che viene letteralmente subissata di applausi .
Gli inizi, la scuola al Teatro Azione grazie all’imboccata dell’attore Paolo Poli e il Cinema :<< Non avrei mai immaginato di fare Cinema, di apparire in video. Accompagnai un mio amico a fare un provino, ero in procinto di partire per una tournée teatrale, feci anche io il provino e mi presero per fare Il Cielo in Una Stanza . Da lì non ho più fatto tournée con grandi compagnie teatrali ma è iniziata la mia carriera cinematografica>>. Il giovane attore romano, molisano di origine ma “emigrato” nella Città Eterna come lui stesso sostiene con ironia, si agita continuamente sulla poltroncina , dimostrando irrequietezza artistica e temperamentale che appare in sintonia con l’illustre Poeta a cui è dedicato il Teatro, creando in questo modo un sottile filo logico e artistico che scavalla i secoli e coinvolge il pubblico accorso. Ricorda del” top” della Commedia con cui ha iniziato, Castellano & Pipolo da bambino in Ci hai rotto papà (1993) e soprattutto Carlo Vanzina (Il Cielo in Una Stanza, 1999) :<< che non finirò mai di ringraziare, perché Carlo decise di affidarmi il ruolo di protagonista facendo un provino! Oggi non si potrebbe più affidare ad uno sconosciuto il personaggio principale del film. Magari si cerca nei reality, nelle riviste ma mai nei teatri o dove gli attori cominciano. Per cui ringrazierò sempre Carlo Vanzina perché grazie a lui ho cominciato questo mestiere, mentre grazie a Scola, recentemente scomparso, ho messo un piede, la faccia e il corpo dentro il Cinema di una volta, quel Cinema che non si farà più. Ettore Scola apparteneva al Grande Scuola, non guardava nel monitor ma guardava la scena. L’audio era ancora su nastro, una metodologia artigianale. Per Concorrenza Sleale (2001) è stata ricostruita una strada, con tutti gli interni, i negozi, con grande dispendio di denaro, come si faceva il Cinema una volta. Oggi non è più possibile e per questo motivo sarò riconoscente in eterno al Maestro Scola, che mi ha dato la possibilità di viverlo almeno una volta quel Cinema lì! Mi sentivo come su una giostra fantastica!>>.
L'ultima ruota del carro (2013): Elio Germano
Trattiene la commozione Elio Germano e parla del senso di disagio e di inadeguatezza che lo attanagliano da sempre, ma anche del privilegio di fare il mestiere di attore, perché gli ha permesso di “campare” con la sua malattia, di trarne un beneficio economico e caratteriale. Invita il pubblico presente a frequentare i Corsi di Teatro per superare alcuni limiti psicologici e comportamentali e non comprende perché nelle Scuole italiane non sia prevista almeno un’ora alla settimana di Recitazione Teatrale:<<mettersi nei panni degli altri, soprattutto oggi che viviamo come monaci isolati, rinchiusi negli appartamenti perché abbiamo paura di tutto, l’esercizio del pensare con le teste degli altri farebbe molto bene a tutti. Io sono andato talmente oltre con questa cosa che è diventata una dipendenza e poi un lavoro>>. Braccia conserte e microfono saldo in mano affronta l’argomento della militanza “politica”,la frequentazione dei centri alternativi, l’occupazione del Teatro Valle a Roma, il circo mediatico, la strumentalizzazione del suo nome :<< che anziché alimentare il dibattito e il pensiero, alimenta la distrazione e quindi, trovarmi responsabile di questo marchingegno, non mi piace. Preferisco dare il mio apporto gratuito in sordina e tornare a spillare birre nelle retrovie!>>.
Al cospetto di questi argomenti Elio Germano sembra lievitare sulla sedia e Massimo Cotto , dimostrando prontezza tecnica, manda in proiezione gli altri contributi , sequenze tratte dai film che hanno cambiato la carriera del giovane attore con le efelidi, da Che ne Sarà di Noi (2004) di Giovanni Veronesi :<<Che non volevo fare, perché era un film troppo commerciale. Con Silvio Muccino che cavalcava la sua onda. Per la prima volta, grazie a questo film, sono stato candidato ai David come attore non protagonista, quindi per me è stato un po’ l’ingresso nel cinema che conta. Il personaggio controcorrente di Manuel mi ha dato ampia visibilità e nuove possibilità di lavoro, permettendomi discrezionalità per la scelta dei ruoli successivi. Dieci anni dopo Giovanni (Veronesi), con cui è nato un sodalizio artistico, mi ha diretto ne L’Ultima ruota del Carro>>, a N,(Io e Napoleone) di Paolo Virzì nel 2006, :<< Vinsi il provino e grazie a Paolo tornai a fare il protagonista>>, in cui il nostro tenta un improbabile attentato al Bonaparte.
Scorrono le immagini de La Nostra Vita (2010) di Daniele Lucchetti, opera dura in cui Elio Germano interpreta Claudio , operaio della periferia romana deluso dal nostro tempo e alla ricerca del riscatto sociale,ruolo che gli permette di vincere la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2010 come migliore interpretazione maschile; riconoscimento attribuitogli a pari merito con Javier Bardem e che lo proietta nell’Olimpo internazionale: ricordiamo con orgoglio che i nostri connazionali premiati in passato a Cannes col Prix d’interpretation masculine rispondono ai nomi di Saro Urzi nel 1964, Riccardo Cucciolla (1971), Giancarlo Giannini (1973), Vittorio Gassman (1975), Ugo Tognazzi (1981), per ben due volte Marcello Mastroianni (1970 e 1987) e nel 1983 Gian Maria Volonté ( La Morte di Mario Ricci regia di Claude Goretta) del quale, il nostro giovane attore, appare come il degno erede sulle scene:<<Nei nostri tempi è difficile ripetere certe tematiche di forte impegno sociale, presenti nei film degli anni ‘70. Il successo di un film dipende oramai dai primi tre giorni di programmazione, gli incassi immediati ne determinano la visibilità e questo è un grosso limite per alcuni argomenti di maggiore spessore. Inoltre la Distribuzione in Italia opera con una logica tutta sua>>.
Attore poliedrico ed eclettico, Elio Germano coltiva la passione Teatrale e l’attività Cinematografica con la stessa intensità, non disdegnando l’amore per la musica che lo ha portato a fondare il gruppo denominato Bestierare, con il quale realizza concerti elettro-rap esibendo una :<< libertà di linguaggio che non mi è permessa in altre forme artistiche>>. Cinema, Teatro, Musica, Impegno nel Sociale e una domanda spontanea:<<Ma che cosa sto facendo? La possibilità di dire faccio l’attore me lo da innanzitutto lo stipendio, perché posso pagarmi l’affitto e andare avanti e poi piano piano qualche conferma del tuo percorso>>. Il ginocchio tamburella nervoso per tutto il tempo e scandisce il ritmo del pensiero del ragazzo venuto da Roma, che si offre nella sua semplice verità, rivelando a tratti i fragili meccanismi psicologici che lo agitano dalla adolescenza e sui quali ha costruito la certezza di un professione molto difficile e precaria:<< Questo mestiere mi aiuta a dimenticarmi dentro la Vita di qualche persona. Quando siamo “dentro”, come dicono gli americani, siamo “fuori da noi”. Il mio lavoro per 10 /12 ore al giorno mi fa provare il piacere di non essere me stesso.
L’ultimo contributo visivo appartiene al film di Mario Martone Il Giovane Favoloso del 2014:<<per Leopardi era grande il riferimento e forte doveva essere la mediazione. Davanti a tanta grandezza mi sono perso di più nella preparazione, anche perché ho avuto la possibilità di farlo. Il film è stato il tentativo di entrare in quel mondo lì, molto particolare>>. Il ricordo finale va al Cinema di un tempo, da Fellini a Petri , da Francesco Rosi a Pontecorvo:<< A volte dimentichiamo che il Cinema è un lavoro collettivo, si ha bisogno delle luci, del fonico e di molte maestranze e di risorse economiche. Personalmente ho bisogno di stare molto sul set e nelle produzioni di questi ultimi anni è sempre meno possibile per ragione di costi, anche per questo motivo è meno semplice replicare certi film degli anni ‘60/’70>>.
Il giovane favoloso (2014): Michele Riondino, Elio Germano
Elio Germano, che ha vinto per ben tre volte il David di Donatello, al momento sta lavorando ad un film con Gianni Amelio e ripartirà con un tour teatrale. A soli 35 anni viene considerato una certezza assoluta del Cinema Contemporaneo Italiano. Gli applausi di commiato dall’incontro si sprecano per questo ragazzo in pullover e jeans e dalla barbetta fulva apparentemente trascurata: il pubblico ha gradito la “lezione” di oltre un’ora che merita il premio dell’associazione Vertigo e dell’amministrazione comunale di Asti, con il Sindaco Fabrizio Brignolo in persona. Tutti in piedi a salutare il Giovane e Favoloso Elio che gradisce e promette di ritornare. Da semplice cronista della serata non posso fare a meno di congratularmi con Paolo Perrone per l’enorme sforzo organizzativo e per la scelta felice del personaggio. Asti è una cittadina molto sensibile alla cinematografia, ha alcune associazioni dedicate e soprattutto un interessante Film Festival diretto da Riccardo Costa, oltre il grande prestigio di aver dato i natali a Giorgio Faletti, Giovanni Pastrone (Cabiria, 1914) e al padrone di casa Vittorio Alfieri, che sembra aver aleggiato nel magnifico Teatro per tutta la sera.
Lu Abusivo.
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