Non è il mio film preferito di Nanni Moretti, del quale continuo ad apprezzare le prove più ruspanti e meno pacificate, spesso le più ispirate, da Io sono un autarchico (1976) a La messa è finita (1985), passando per Ecce bombo (1978), Sogni d'oro (1981) e Bianca (1984), infatti Caro diario mi sembra un film troppo compiaciuto (è quello in cui Moretti si definiva «uno splendido quarantenne» e massacrava ingiustamente Henry - Pioggia di sangue di John McNaughton) e frammentario, nel quale a momenti poetici seguivano altri poco ispirati e spettacolarmente fiacchi. Il primo episodio, In Vespa, si conclude con l'emozionante omaggio/pellegrinaggio al cippo abbandonato sull'arenile di Ostia, dove fu ammazzato Pasolini, ma contiene anche parti meno riuscite come la parentesi ballerina, sulle orme della Jennifer Beals, che fu protagonista di Flashdance (1983). Ancora, proprio in In Vespa, una sequenza, quella che comincia con il passaggio attraverso il quartiere della Garbatella è sottofondata da I'm Your Man di Leonard Cohen. Ovvero, come aumentare l'emozione.
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