Regia di Wim Wenders vedi scheda film
VOTO 8+ ESISTENZIALE (Tv Gennaio 2013)
“Ho paura della paura” afferma il protagonista.
Non un film sulla crisi di una generazione, di una nazione, ma sull'inquietudine esistenziale che da sempre accompagna l'animo umano. Questo è il primo Wenders, sempre ambizioso, serio ma anche irresistibile, sia nella linearità della messinscena che nella chiarezza del messaggio d'autore. Il tutto avvolto in un b/n pieno di luci, dove i capelli biondi dei protagonisti, brillano in un susseguirsi di insicurezze e paure (appunto la paura...). Alice e Phil sono da subito la strana coppia, da New York a Wuppertal (con la metropolitana leggera più 'cinematografica' di sempre) passando per Amsterdam finendo nei sobborghi industriali della Ruhr. L'incontro è generazionale: tutte e due 'scaricati', ambedue soli, ripartono insieme senza saperlo/volerlo, mai come in questo caso il viaggio è formativo, i luoghi si sovrappongono e si sommano uniti dalla colonna sonora dei grandiosi Can (benedetti dal loro 'padre' Chuck Berry), malinconica, struggente, 'avvolgente'. Ancora una volta l'uomo moderno, sempre più 'eremita fra eremiti', confuso e stupito dalla realtà (il voler riprodurla nella foto, il non poterlo fare, l'attesa e l'ansia dell'esposizione e di non comprendere l'essenza delle cose), si ritrova e trova nel contatto umano più puro (la purezza della fanciullezza), l'unica e vera ancora di salvezza, oltre gli istinti primari, oltre la società. E la paura? Quella non può scomparire...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta