Regia di Tom Laughlin vedi scheda film
Dopo l"ambizioso" kolossal del cinema indipendente "The Trial of Billy Jack"(in Italia totalmente inedito) nel 1974, il mitico Tom Laughlin sotto i consueti pseudonimi anche da regista, qui Frank, dirige finalmente il suo eponimo western.
Un western che mantiene in pieno tutta l'originalità e la capacità di sperimentare di un personaggio come Laughlin, che già nel "bikers movie" al suo esordio diresse e interpretò nel personaggio di Billy Jack uno dei titoli migliori in assoluto del filone, naturalmente "Violence"(Born Losers), del 1967.
Anche qui, aiutato da nomi tecnici di prim'ordine a cominciare da Lalo Schifrin alla colonna sonora, peraltro una delle sue più belle ma meno note, Jack A. Marta alla fotografia, Danford B. Greene, William Reynolds al montaggio, e dalla distribuzione internazionale Warner Bros. ci offre un melange fra generi con la commistione dello "ronin eigi" errante e di ritorno al suo pueblo natale dopo che il suo migliore amico fazendero cambiato negli anni anni, vi comaanda dispoticamente(un sempre ottimo Ron O'Neal) al western-tortilla della frontiera messicana, che ha precorso titoli ben più famosi e di tanti anni dopo, decenni. Ispirato apertamente dal film giapponese "Là dove volano i corvi"(Goyôkin), diretto da Hideo Gosha, del quale è un rifacimento più che dichiarato, mantenendo all'interno di esso appunto l'elemento orientale nel personaggio del protagonista Finley/Tom Laughlin, che poi è appunto un samurai prima che un pistolero della frontiera e come in tutto il film si batte e difende con una katana giapponese, laddove al confine e nel Messico del tempo, molti duelli erano appunto sostituiti dall'utilizzo della spada spagnola e non soltanto della armi da fuoco, fucili, colpo singolo o a ripetizione, così come le mitragliatrici. E' anche uno dei rari western in cui si vede molto spesso il mare, come ne "I Due volti della vendetta"(One-Eyed Jacks)(1961), di Marlon Brando.
"The Master Gunfighter" è un titolo di grande crasi fra i generi, precursore di altri titoli "pulp" ben più noti degli anni ottanta; fascino, molto tardivo anche all'interno del western crepuscolare ultimo degli anni settanta come ad esempio un altro bizzarro, affascinante titolo ma ben più costoso, quale "Missouri"(The Missouri Breaks)(1976), di Arthur Penn.
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