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Le cose che verranno

Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film

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La recensione su Le cose che verranno

di Mulligan71
3 stelle

Ah, la France! Mio Dio, questo è proprio il genere di film francese che non sopporto e non riesco a capacitarmi che un film di questo tipo, abbia potuto generare un qualche interesse al di fuori dei suoi confini, vincendo addirittura l'Orso d'Argento a Berlino. In questi cento minuti interminabili, ci sono più libri, citazioni colte, intellettualismo, filosofia e la peggiore borghesia, che aria da respirare. Si arriva alla fine, fra un abbiocco e l'altro, cianotici e con la voglia di uscire e sfondare le vetrate di una banca (magari francese). La regista consegna tutto il film alla bravissima Isabelle Huppert, (a Mia Hansen-Love piace vincere facile), che non se lo fa ripertere due volte e incarna questa donna di mezza età, insegnante di flosofia, coltissima, a cui piano piano, la vita toglie il marito (un borghese grasso (e colto) che, ovviamente, se ne va con l'amante), la madre (depressa, per forza) e una parte del suo lavoro, ma che invece di piangersi addosso (oddio, due o tre lacrimucce le fa) si muove impettita verso il futuro, sorretta dalla sua cultura (e dai suoi soldi). Empatia zero, la protagonista si muove in un ambiente progressista e (molto vagamente) rivoluzionario, in cui c'è addirittura un ex allievo che vive in una comune anarchica che pare un circolo politico dei 5 Stelle. Cristo santo. L'unico bel momento è quando, in maniera sorprendente, si ascolta Woody Guthrie cantare dal lettore cd dell'automobile: completamente fuori luogo, ma grazie Woody! Film irritante, a dire poco. 

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