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West Side Story

Regia di Robert Wise, Jerome Robbins vedi scheda film

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La recensione su West Side Story

di steno79
9 stelle

"West side story", prima di essere stato un film, è stato un memorabile spettacolo teatrale con libretto di Arthur Laurents, musiche di Leonard Bernstein e parole di Stephen Sondheim, un trionfo del musical americano del secondo dopoguerra che è stato riproposto anche in tempi recentissimi da noi al teatro Sistina nell'edizione diretta da Massimo Romeo Piparo, che ho visto e ho apprezzato molto. Il film fu girato nel 1961 da Robert Wise, con le coreografie di Jerome Robbins che dette un apporto creativo così rilevante da essere accreditato come co-regista, fu campione di incassi al box office americano e poi mondiale e vinse ben dieci premi Oscar, quasi eguagliando il record di Ben Hur.

Il film segue da vicino lo spettacolo, ma risulta dotato di una propria autonoma dimensione cinematografica, sottolineata da riprese aeree nel prologo, da movimenti di macchina più volte spettacolari, da insolite angolazioni di ripresa e da una fotografia in super Panavision 70 eminentemente pittorica, con palettes cromatiche ricchissime e audaci esaltate anche dall'ottimo lavoro della costumista e degli scenografi. Il regista Wise ha dunque avuto il merito di scommettere su una forma di musical lontana dal teatro filmato, molto dinamica e perfetta per incapsulare le straordinarie coreografie di Robbins, ancora oggi godibilissime, in particolare lo scontro fra le due bande all'inizio completamente muto e alcuni numeri come il celebre "In America".

La sceneggiatura dell'illustre Ernest Lehman segue il libretto di Laurents, lo vivacizza dall'interno prestando molta attenzione alle tematiche sociali dell'immigrazione, dello scontro e dell'intolleranza razziale fra le due bande rivali, ma forse non evita completamente qualche momento di stanchezza e le secche di un sentimentalismo un po' di maniera. Tuttavia, la love story fra Maria e Tony, ovviamente ricalcata su quella di Romeo e Giulietta, rimane quasi sempre commovente, dettata da una purezza di accenti e di rappresentazione che va certamente all'attivo del film, con alcune canzoni come "Tonight", "Maria" e "Somewhere" che rimangono ancora oggi degli evergreen, emozionanti come la prima volta in cui li abbiamo ascoltati.

Per quanto riguarda il cast, innanzitutto bisogna dire che "West side story" mantiene un impatto corale dove anche i ruoli secondari sono importanti per la riuscita dell'opera: la protagonista Natalie Wood fornisce un'ottima performance nel ruolo di Maria, memorabile nel suo monologo finale sull'inutilità della vendetta, e nel suo caso si può obiettare solo che non ha il physique du role da portoricana (e nello stesso anno dette una prova ancor più memorabile in "Splendore nell'erba", meritevole di Oscar). Fra gli altri, Richard Beymer non risulta del tutto all'altezza nel ruolo di Tony, non sempre adeguato a livello espressivo anche se fisicamente prestante; notevoli i contributi di Rita Moreno e George Chakiris, entrambi premiati con l'Oscar come attori non protagonisti, ma assolutamente da menzionare almeno Russ Tamblyn e Simon Oakland nella parte del poliziotto dai metodi violenti. 

A posteriori, un classico del musical anni Sessanta e un film girato con magistrale intelligenza registica che, per una volta, meritò i tanti premi e onori ricevuti, "West side story" funziona molto bene anche oggi per gli appassionati e per i neofiti. Voto 9/10

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