Regia di Philip Leacock vedi scheda film
Ma che a parte il bel titolo omonimo del romanzone di Willard Motley da cui è tratto, è gli splendidi manifesti italiani venduti da Benito infatti ben 1700U.S.$, non è granché. Un melodrammone hollywoodiano che vorrebbe in buona misura essere quello che non poteva all'epoca ancora essere, su dinamiche familiari travagliate assurde(la Winters appena quarantenne che fa la madre del venticinquenne James Darren improbabile adolescente chicano sotto trucco, dice già molto) e droga+ malavita dei bassifondi ma ben organizzata nella persona del mellifluo e e viscidissimo trafficante-spacciatore Ricardo Montalban; tratto da un librone che fu edito anche in Italia da Baldini & Castoldi nel 1961. Vale se vale realmente per la interpretazione al solito fiammeggiante di una Shelley Winters ormai consacrata attrice drammatica di eccellente metodo e da poco Oscarizzata, un biennio prima di Kubrick, e di un Burl Ives fuoriclasse dalla stazza gigantesca ex giudice alcolista, che vende matite e lamette da barba, penne all'angolo di una strada del quartiere. Altro che Battiston. Finale assurdo e lacrimevole, ben poco realistico. Jean Seberg male utilizzata nella dimensione sentimentale e romantica del film, fidanzata del giovane Darren virtuoso pianista di belle speranze.
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