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Attacco: Piattaforma Jennifer

Regia di Andrew McLaglen vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Attacco: Piattaforma Jennifer

di John_Nada1975
5 stelle

All'acqua di rose rispetto soprattutto al precedente McLaglen- Moore-Watkins "I Quattro dell'Oca selvaggia", ma sempre gustoso e connotato dal mestiere e sapienza di McLaglen per il cinema d'azione. Certo inferiore ad un grande film con i terroristi in ambiente marinaro che si impadronano di una grande nave- qui due mega piattaforme petrolifere-, come il precedente "Juggernaut" di Richard Lester, ha precorso molti altri titoli "terroristici" di successo alla "Trappola di cristallo" del decennio successivo, per il fare interpretare il superiore intellettualmente ma sempre destinato a perdere capo degli attentatori ad un attore di prima grandezza quale Anthony Perkins.

Questo schema si manifesta già all'inizio del decennio '80 per l'appunto, e forse per la prima volta in "North Sea Hijack, alias ffolkes" del titolo originale (1980). Scritto dallo specialista di commedie Jack Davies, la cui carriera iniziò nel 1934 e un pò si vede, presenta già segni di autoironia, a indicare la deriva del genere verso qualcosa che si collega al mondo reale solo marginalmente. A metà del suo percorso nei panni di James Bond, Roger Moore sembra apprezzare molto e con la versatilità che gli è sempre stata congeniale,  l'idea di prendersi gioco dell'immagine untuosa che si era costruito come eroico agente britannico. Qui, è Ffolkes, un ex militare che gestisce la sua forza mercenaria privata da un castello scozzese, addestrando dei robusti omini in operazioni marittime e demolizioni subacquee. Tracanna scotch direttamente dalla bottiglia, ama i gatti, si rilassa facendo il punto croce in situazioni di tensione e disprezza le donne tanto quanto apprezza la compagnia di uomini sudati, ma non è ricchione perché come ad un certo punto ci si premunisce di farci sapere, è stato sposato, ed è prima cresciuto con sei ben sei sorelle maggiori, forse ironica citazione delle compagnie petrolifere. Che sia intenzionale o meno, oggi qualcuno vi ravviserebbe al solito che c'è un sottofondo di omoerotismo.

Comunque, 

Ffolkes riceve una riluttante chiamata dal Primo Ministro (Faith Brook, in omaggio un poco ruffiano alla neoeletta-1979- Margaret Thatcher) quando un gruppo di terroristi sequestra le due più importanti piattaforme petrolifere britanniche, nel Mare del Nord. Le piattaforme sono state superminate di esplosivo ad altissimo potenziale, e c'è una scadenza data molto ravvicinata per soddisfare le richieste dei terroristi, che, prevedibilmente, si rivelano puramente monetarie. Ffolkes agisce sotto copertura come aiutante di campo dell'Ammiraglio Brinsden (James Mason), incaricato di consegnare il riscatto, mentre la sua squadra usa dei mini-sottomarini per disinnescare gli esplosivi subacquei. Nel frattempo, Ffolkes si scontra con la volitiva Sanna (Lea Brodie), una giovane donna ovviamente molto fica, la sola professionista petrolifera non piacciono della piattaforma "Jennifer",  di cui non è disposto a riconoscere le qualifiche e fino ad un certo punto neppure le anatomiche peculiarità.

A bordo della piattaforma petrolifera sequestrata, i membri dell'equipaggio lavorano per sovvertire i terroristi, mentre i conflitti interni iniziano a sgretolare i piani della banda. I terroristi sono guidati come detto da Perkins nei panni di Kramer, con Michael Parks nei panni di Shulman, il suo esperto di demolizioni dagli occhialoni da vista con le lenti spesse come un fondo di bottiglia della grappa, alla Ugo Tognazzi marito cornuto in casa mentre resta fisso a guardare la televisione, in un famoso episodio de "I Mostri".

Eentrambi i quali alla fine si dimostrano incapaci di tenere testa alla gente insopportabilmente addestrata e compiaciuta di Ffolkes/Moore. McLaglen gestisce l'azione a tratti con brillante efficienza, e c'è un buon lavoro di modellismo con le varie navi e le piattaforme petrolifere, che elevano questo cinema artigianale e d'industria degli anni settanta e ottanta, anni luce da quello fintissimo digitale dagli effetti 3D da videogame, di oggi. E nonostante sollevi la questione della vulnerabilità dell'industria petrolifera del Mare del Nord e della sua importanza per l'economia britannica allora e ancor più oggi che prendere petrolio russo è stato vietato agli europei dagli americani, il film non ha più interesse per la realtà dei film di Bond, a cui Moore tornò l'anno successivo con uno dei suoi peraltro migliori, "For your Eyes Only/Solo per I tuoi occhi". Se si pensò di trasformarlo in una nuova serie, all'epoca non se ne fece nulla e, nonostante sia ora disponibile in alta definizione da varie edizioni con extra in Blu-ray che dimostrano un certo rinnovato culto nei paesi di lingua inglese, il film è stato da noi ampiamente dimenticato.

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