Regia di Andrew McLaglen vedi scheda film
Alcuni terroristi piazzano delle bombe sulla piattaforma petrolifera Jennifer, situata nel Mare del Nord, e minacciano di far saltare tutto in aria se non sarà loro versata in cambio una grossa somma di denaro. Il governo britannico incarica di risolvere la questione il bizzarro miliardario scozzese Rufus Excalibur (Roger Moore) e il suo efficente gruppo di sub.
Non mi stancherò mai di ripetere che il regista Andrew V. MacLaglen, classe 1923, attivo dall'inizio degli anni sessanta, doveva nascere almeno venti anni prima, dal momento che quasi la totalità delle sue pellicole, già all'epoca in cui uscirono nelle sale cinematografiche, risultava fuori tempo massimo: infatti, in un periodo di profondo rinnovamento come gli anni sessanta, MacLaglen si ostinava a ricucinare senza grande originalità schemi classici ormai triti e ritriti, servendosi spesso di attori iconici sul viale del tramonto (James Stewart, ad esempio), o che non volevano rassegnarsi ai cambiamenti in atto nell'industria hollywoodiana (John Wayne).
Fatta queste breve premessa, va dato atto che la pellicola in questione, pur con tutti i suoi limiti, è invece da considerarsi piuttosto riuscita, forse il miglior risultato di tutta la carriera di MacLaglen.
Il merito non va certamente ascritto alla regia, che è quanto di più elementare si possa immaginare, ai limiti del televisivo, né all'idea di base, che certo nuova non è. La prima parte del film infatti non è proprio esaltante; la pellicola si riprende invece man mano che si va avanti, e, ciò grazie alla sceneggiatura, che in qualche modo riesce a rilanciare ripetutamente la tensione attraverso alcune sorprese.
Ma il meglio del film sta nel cast: perfetto Roger Moore, nel ruolo del barbuto e misogino Rufus Excalibur, che ruba la scena persino a James Mason, presente nella pellicola indubbiamente per ragioni prettamente alimentari; indovinatissimo Anthony Perkins, che per una volta non riveste i panni dello squilibrato, ma quelli del cinico e determinato capo dei terroristi. Buone le location, buona la fotografia, di Tony Imi, pedante invece l'accompagnamento musicale, di Michael J. Lewis.
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