Regia di William Cameron Menzies vedi scheda film
E’ un film che induce molteplici riflessioni, proponendo allo spettatori sovrapposti piani di lettura e di disamina.
Anzitutto, è un film di fantascienza del 1936 e già solo questo è incredibilmente degno di nota.
E’ immanente l’ingombrante figura di H.G. Wells, autore del soggetto e della sceneggiatura ed a cui, senz’altro, è riconducibile la spina dorsale del film.
Si sa che l’accoglienza dei contemporanei non fu entusiastica e credo che ciò dipenda dall’essere stato un film troppo moderno, troppo profetico e denso di contenuti e di messaggi probabilmente (anzi sicuramente vista la storia) non compresi del tutto.
Va considerato che il film si colloca a metà tra i due conflitti mondiali del secolo scorso e vederlo oggi mi fa apprezzare l’attualità del messaggio, dato quello che stiamo vivendo in questo (quasi) autunno del 2025.
L’effetto che mi ha fatto il film è - mutatis mutandis - analogo a quello che vissi con Metropolis: stessa meraviglia nell’osservare la genialità delle invenzioni visive, che anche oggi risultano interessanti ed eccitanti sul piano visivo, con movimenti di macchina che, visti oggi, sono funzionali a realizzare effetti veramente speciali, considerando i mezzi tecnici e le tecnologie certamente limitati.
La storia poi è imponente e drammatica e copre circa un arco temporale di un secolo a partire dal 1936: si osserva una società florida e felice (l’inizio del lungometraggio è emblematico con l’antitesi radicale tra le festività di Natale e le persone stordite dalla festa certe che tutto si risolverà con le locandine dei giornali che preannunziano la guerra) che si autodistrugge con lunghissimi e sanguinosi conflitti, di cui quasi si dimenticano le causali, l’ottusa pervicacia dei governanti di cercare di sopraffare con la violenza le potenze vicine, quando è palese che l’arretramento tecnologico vissuto dalla civiltà umana avrebbe dovuto indurre ad atteggiamenti solidali e costruttivi.
Così, l’arrivo di un misterioso pilota di un velivolo che prpugna un modello sociale e di vita alternativo genera confusione ed un patetico tentativo di resistenza bellica, soffocato facilmente dagli esponenti di questa civiltà superiore.
La storia ha un deciso fast forward nel futuro e si osservano gli esiti del governo di questa società avanzatissima e tecnocratica, visivamente espressa con un abiti neoclassicheggianti e nomi para-latini (niente a vedere con l’ultimo film di F.F. Coppola su cui mi sono già espresso): senza spoilerare il sorprendente finale consegnato allo spettatore, si può dire che uno dei messaggi che ci lascia il film è che l’umanità è inquieta e che non riesce a pacificarsi nonostante ve ne siano i presupposti e che la scienza da sola non è in grado di pacificare l’inquieto animo umano.
L’umanità è capace di invenzioni e bassezze straordinarie.
Mi permetto di segnalare - senza pretesa di originalità - un’altra particolarità del film condivisa con Metropolis: furono prodotte diverse versioni del lungometraggio con diversa durata in base al mercato di destinazione dell’opera cinematografica.
Da vedere e rivedere.
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