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A un passo dalla morte

Regia di Lamont Johnson vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su A un passo dalla morte

di John_Nada1975
5 stelle

In questo thriller polanskiano girato e orchestrato abilmente, Patty Duke interpreta una giovane donna che porta in grembo il figlio di un uomo recentemente scomparso. Si reca nel Minnesota(la "Siberia ma con bei ristoranti", cit. "Fargo") rurale con la cattiva idea di non rinviare - ma non può-nel bel mezzo di un rigidissimo inverno e poi di una tormenta di neve, per incontrare la madre del suo defunto marito, che si rivela essere un mezzo mostro apparente di personalità, e che dimora in una casa piena di orrori. Diretto con competenza dal versatile Lamont Johnson e sostenuto da interpretazioni di grande talento, "A un passo dalla morte" (You'll Like My Mother) è un gradino sopra il solito film concentrazionario con la protagonista femminile che non può uscire da un luogo minaccioso, nel senso che la caratterizzazione e l'atmosfera sono curate con grande attenzione, come in altri titoli ben più famosi. Ciononostante, si manifestano alcuni dei consueti problemi del genere, in particolare la strana impressione che il cattivo se ne stesse lì soltanto ad aspettare l'occasione per tormentare qualcuno. Dopotutto, poiché la madre del titolo sembra determinata a preservare questa strana situazione, perché non far semplicemente andare presto via la indesiderata visitatrice? È l'inverso del vecchio problema del "perché non se ne vanno?". Ad ogni modo, Francesca (Duke), incinta di un bambino, si reca a casa della signora Kingsolving (Rosemary Murphy), aspettandosi di trovare il caldo abbraccio di una donna felice dell'arrivo di una nuora e della notizia di un imminente nipote. Niente di tutto ciò. Umiliante, dura e quasi sorda, la signora Kingsolving dichiara persino di non credere che Francesca sia mai stata con suo figlio e di non avere alcuna intenzione di fornirle supporto emotivo o finanziario. Contemporaneamente, la signora Kingsolving presenta a Francesca Kathleen (Sian Barbara Allen, attrice bravissima poco riconosciuta e da non abbastanza titoli e premi), la cui esistenza era precedentemente sconosciuta a Francesca: è la sorella mentalmente ritardata del defunto marito di Francesca. Seguono degli stratagemmi. Il maltempo impedisce a Francesca di uscire di casa a piedi e un problema alla Mercedes 350 SEL impedisce alla signora Kingsolving di accompagnare Francesca a una vicina stazione degli autobus. Oltretutto bloccati dall'arrivo nella villa, per la nevicata. Poi la signora Kingsolving droga Francesca per tenerla in ostaggio, per ragioni mai del tutto chiare, e Francesca curiosa in casa per scoprire l'esistenza di un altro fratello, Kenny (Richard Thomas, bravo e versatile, molto attivo nei settanta in questi ruoli e altri). Ritenuto scomparso dalle autorità, è un killer psicopatico che la signora Kinsolving nasconde in casa. Come potete immaginare, questo significa grossi guai per Francesca e il suo bambino che sta per nascere, avendolo visto. Anche se la trama di "A un passo dalla morte" non funziona pienamente– troppi colpi di scena, troppi passaggi lenti – il film ha una forte atmosfera. La giustapposizione tra il clima implacabile e l'intollerabile, interiore follia, crea il desiderabile senso claustrofobico, mentre la condizione di vulnerabilità di Francesca suscita empatia anche per la innegabile bravura della bassotta Duke. Sapendo conferire nella sua interpretazione compassionevolezza e durezza al contempo, e riuscendo a rendere gli aspetti improbabili della trama nel miglior modo possibile. Lo stesso vale per la più quotata e famosa nella Storia di cinema e tv Murphy, che sprizza acido mentre invece sfoggia un accondiscente sorriso. Johnson forse esagera nel climax del suo film? Certo. Ma dopo troppi momenti silenti, la violenza grafica e plateale delle scene finali dà al film una dose di adrenalina tanto necessaria. 

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