Regia di Brian A Miller vedi scheda film
The Prince (2014): locandina
La vendetta che matura nel tempo e diventa una ossessione da parte di un potente boss malavitoso a cui un killer, per assolvere ad un mandato volto ad eliminarlo, ha incidentalmente ucciso moglie e figlia, rimaste imprigionate nell'esplosione dell'auto destinata al malvivente.
Dopo vent'anni il killer si è riciclato in meccanico; ha una figlia che studia lontano da casa e comunica quotidianamente col padre via rete.
Quando un giorno al padre torna indietro come non incassato l'assegno di mantenimento rivolto alla ragazza, e la stessa non risulta più rintracciabile, l'uomo lascia tutto per mettersi sulle tracce della figlia. Nelle maglie di una metropoli tentacolare segnata dal vizio e dalla dipendenza, l'uomo scoprirà un mondo diverso da quello a cui vedeva legata la vita della figlia, e capirà che il killer a cui sconvolse gli affetti non ha affatto dimenticato di maturare una sua meditata e lucida vendetta.
The Prince (2014): Bruce Willis
The Prince (2014): Jason Patric, Gia Mantegna
Uno sbiadito Brian A. Miller riesce a radunare un cast di nomi piuttosto noti per coinvolgerli in un film davvero banale ed insapore, dove i meccanismi della vendetta a tutti i costi si dispiegano nei canoni scontati di un cliché che non riesce mai a regalare, se non un'emozione, un momento di vera partecipata attenzione.
Quando al contrario lo smarrimento interiore ed il panico che matura in tempi diversi in capo a due padri a cui viene tolto con la forza il valore più prezioso, poteva e meritava di scatenare ben altri sentimenti che una regia più ispirata aveva il dovere di mostrare in ben altri modi e stili, tralasciando i canoni più scontati di una trama che si dispiega nel modo più piatto e banale.
The Prince (2014): Rain
The Prince (2014): scena
E se Jason Patric continua imperterrito con un certo impegno e costanza a cercare di guadagnarsi lo status di attore protagonista che da oltre un trentennio lo vede impegnato in ruoli determinanti e tutt'altro che di contorno, ma senza mai vederlo sfondare nel circuito chiuso del divismo, e non è mai stato in fondo male come attore, reggendo piuttosto bene le responsabilità di un ruolo di primo piano, al contrario cotti, stracotti, anzi proprio alla frutta appaiono sia Bruce Willis, viso candido e senza smagliature frutto di chissà quali maneggi estetici che lo rendono particolarmente inespressivo, oltre che fondamentalmente annoiato, nella parte di un boss tutto teso alla vedetta a tutti i costi, e ancor più un estraniato John Cusack, che evidentemente partecipa senza troppi scrupoli nei confronti di una sua non banale carriera e di certo per ragioni “alimentari”, anche a progetti e parti insignificanti come questa che lo vede qui “straccamente” impegnato.
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