Regia di Jonathan Lynn vedi scheda film
Ritmo serrato, personaggi vivaci e finali multipli: un divertimento imprevedibile fino all’ultimo minuto.
Nel 1985 qualcuno ebbe l’idea di trasformare il gioco da tavolo Cluedo in un film. Il risultato è Signori, il delitto è servito (Clue), commedia gialla diretta da Jonathan Lynn e ambientata in un maniero isolato dove ironia e mistero vanno a braccetto. Dialoghi fulminanti, ritmo teatrale e un cast che si diverte a esagerare: al cinema fu un flop, ma col tempo è diventato un cult, riscoperto dagli amanti del giallo con un’anima comica.
Durante una notte tempestosa in una villa remota, sei personaggi — Mrs. Peacock (Eileen Brennan), Professor Plum (Christopher Lloyd), Mrs. White (Madeline Kahn), Mr. Green (Michael McKean), Colonnello Mustard (Martin Mull) e Miss Scarlet (Lesley Ann Warren) — sono convocati dal maggiordomo Wadsworth (Tim Curry). Uomo dallo humour tagliente e dal temperamento esplosivo, sembra avere in mano tutte le redini della situazione. Quando viene ritrovato morto il misterioso Mr. Boddy (Lee Ving), la serata si trasforma in un groviglio di sospetti, menzogne e cadaveri che si moltiplicano. Tutti hanno un movente, tutti sembrano colpevoli: il gioco si trasforma in un continuo spostarsi di accuse, con la sensazione che la verità possa avere più di una faccia.
Jonathan Lynn orchestra il film con uno stile teatrale e dinamico: la villa diventa un labirinto claustrofobico di stanze, porte che sbattono e passaggi segreti. Il ritmo è serrato, mai appesantito, e la regia sostiene perfettamente la comicità, il mistero e i colpi di scena continui.
L’idea di un film con finali multipli ispirati al Cluedo fu di John Landis, che contribuì come soggettista e consulente creativo. La sceneggiatura vera e propria fu completata da Jonathan Lynn, che ne firmò la struttura e i dialoghi, dando al film ritmo e brillantezza. Ne nasce un turbinio di battute fulminanti, giochi di parole e situazioni paradossali che smontano i cliché del giallo. Per restituire sullo schermo l’essenza del gioco, il film riproduce fedelmente alcune sue regole: i personaggi si muovono tra stanze chiuse, scoprono indizi e, proprio come nel gioco, il colpevole può cambiare a seconda del finale. Così, il film uscì con tre finali diversi, ciascuno con un colpevole differente: ogni sala proiettava una versione alternativa, e solo nell’home video furono raccolti tutti insieme, trasformando l’esperienza in qualcosa di unico.
Il cast è il cuore pulsante del film. Tim Curry, nei panni del maggiordomo Wadsworth, è un mattatore assoluto: la sua energia crescente, fatta di smorfie e cambi di ritmo, guida lo spettatore attraverso l’intricato meccanismo della storia. Christopher Lloyd scolpisce un Professor Plum svitato e sopra le righe, Madeline Kahn trasforma Mrs. White in un vortice di sarcasmo e follia repressa. Michael McKean, con il suo Mr. Green, porta in scena un timido impacciato che si rivela via via comico in modo surreale. Martin Mull dà vita a un Colonnello Mustard tronfio e goffo, ed Lesley Ann Warren costruisce una Miss Scarlet pungente e seducente. Eileen Brennan, nei panni di Mrs. Peacock, aggiunge eleganza e ironia sottile, già nota agli appassionati di giallo comico per la sua presenza in Invito a cena con delitto (1976), dove aveva mostrato lo stesso talento per i ruoli sofisticati e brillanti, mentre Colleen Camp, con la sua Yvette, gioca spudoratamente sul lato sensuale e farsesco. L’eccesso di ciascun personaggio funziona come un’orchestra: tempi comici impeccabili e caratteri ben definiti trasformano il film in una sinfonia corale irresistibile.
Signori, il delitto è servito è un giallo comico ben costruito, dove ogni scena è calibrata per sorprendere e i personaggi restano vividi e distinti. La comicità nasce tanto dai dialoghi quanto dalle situazioni paradossali, e il film regala un’esperienza corale che mescola giallo, farsa e improvvisazione controllata, risultando divertente senza pretendere di essere perfetto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta