Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Per sgomberare immediatamente qualunque dubbio è importante che dimentichiate lo splendido film Il vedovo (id.; 1959) diretto da Dino Risi al quale la pellicola diretta da Massimo Venier storico sodale della Gialappa's Band e regista di numerosi film di Aldo, Giovanni e Giacomo, è liberamente ispirata.
Nel caso della pellicola di Risi a fare le veci di Alberto Nardi e della signora Almiraghi, in quel caso denominata Elvira, c’erano rispettivamente Alberto Sordi e Franca Valeri e possiamo solo aggiungere che la differenza c’è, si sente ed è ampiamente palpabile e presente come l’inadeguatezza dell’interpretazione dei due nuovi protagonisti. Purtroppo ingessati in ruoli dove: l’Alberto Nardi interpretato da De Luigi pare uscito da un episodio della sitcom Love Bugs, che aveva portato molta notorietà al comico romagnolo. E la Susanna Almiraghi della Litizzetto è un incrocio fra Adolf Eichmann e un'incursione dell’attrice Torinese a ‘Che tempo che fa’, ovviamente in assenza di Fabio Fazio. Perdendo in entrambi i casi quelle interpretazioni fra il pavido e l'inquisitorio che avevano caratterizzato il duo Sordi - Valeri.
In aggiunta tutto il film è permeato da interpretazioni macchiettistiche e largamente sopra le righe. A cominciare dal vescovo interpretato da Bebo storti. Fino alla cacciatrice di dote e amante di Alberto, interpretata dall'ex modella Clizia Fornasier. Menzione d'onore invece per un protagonista del tutto inaspettato, ovvero Alessandro Besentini, per una volta in solitaria senza il suo ‘gemello artistico’ Franz, capace di reggere da solo la scena nel ruolo di Stucchi: tuttofare di casa Almiraghi - Nardi.
Una pellicola che quindi nel complesso ha trovato solo una libera e vaga ispirazione rispetto quella di Risi e che può essere velocemente archiviata nel ‘magazzino delle cose da perdere di vista possibilmente nel più breve tempo possibile’.
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