Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Conoscendo la filmografia di Cronenberg viene da chiedersi chi abbia girato questo film. Se prima la furia registica e la carnalità (nel senso più letterale del termine) la facevano da padroni, qui lo stile rigoroso e formale sembrano più di Ivory. Non che fosse estraneo a questo tipo di cinema, come per esempio in M. Butterfly, ma ripeto il Cronenberg che conosco e amo non abita qui. Nel mettere in scena le travagliate vicende del triangolo Jung Freud Spielrein, il regista cerca il realismo più assoluto, "calandosi" perfettamente nel periodo storico che racconta. Cronenberg preferisce far parlare pulsioni represse, scontri epistolari e il metodo "pericoloso" del titolo. La passionalità è affidata agli incontri sessuali tra Jung e la Spielrein e alla sorda delusione dei due celebri psicologi. Lo stile è di una raffinatezza straordinaria, prediligendo i piani fissi: in alcune sequenze sembra di vedere stampe dell'epoca prendere vita. A non convincere sono i dialoghi didascalici (in alcuni casi davvero sfinacanti), la confezione leccata e la mancanza di "cuore", che invece si avverte forte e chiara in film analoghi (come l'Età dell'innocenza). E alla fine si esce con la brutta sensazione di aver visto un film su commissione: girato in maniera ineccepibile ma senza vera passione. Davvero straordinari invece i tre interpreti: brava la Knightley, magnifico Fassbender, di un carisma insuperabile Mortensen.
Ci aveva abituato a ben altro. Formalmente perfetto ma senza anima
Domina la scena solo portandosi il sigaro in bocca. Superbo
All'inizio forse un pò sopra le righe, poi ottima
Magnifico. E' bello scoprire attori del suo calibro.
Gioca col suo status di cattivo ragazzo. Ma non è certo un mostro di simpatia
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta