Regia di Anton Corbijn vedi scheda film
George Clooney ha “cuore italiano” come Depardieu e mantiene la promessa di girare un film in Abruzzo.10 e lode per l’operazione di marketing sull’Aquila del post-terremoto, e 5, purtroppo, per il suo “The American” diretto dal “videoclipparo delle Star” Anton Corbijn che non convince.Colpa di una trama un po’ banale, con buchi nella sceneggiatura, superficialità e situazione stereotipate varie che lasciano cadere, più volte, la storia nella comicità involontaria. Ecco la trama: Clooney è Jack, Killer professionista, in missione in Svezia,costretto a uccidere colleghi sulle sue tracce (?) davanti alla sua ragazza. Testimone scomodo (anche se carina) è testimone che va eliminato e tant’è. Poi, arriva a Roma e incontra il suo boss che lo fa rifugiare a Castel de Monte (Abruzzo) per un’ultima missione, ossia costruire una super arma letale commissionata dall’affascinante belga Mathilde. Nel frattempo? Jack conosce: la prostituta d’alto borgo Clara (Violante Placido) e se ne innamora, un prete “malandrino” (Paolo Bonacelli) e un meccanico incazzoso (Filippo Timi). Il finale strizza l’occhio al finale del capolavoro di De Palma, “Carlitos’way”. Per il resto, l’interpretazione dell’Americano non convince, anche se l’impegno messo sul set c’è, ed è palpabile.. Ma il risultato? Un attore che porta il broncio per tutto il film nella speranza di comunicare al suo pubblico il suo doloroso passato (da Killer). E la Violante, figlia del Michele nazionale? Ben rodata nella fiction “Moana” accetta di buon grado di essere sempre nuda e mette in mostra le sue grazie immergendosi persino nelle acque dell’Aterno tipo a Marzo, con un basito Clooney che non la raggiunge stretto nel suo pesante giaccone. E la scena di sesso tra i due e tanto chiacchierata? Niente di eccezionale. Bravo Bonacelli che “sotterra” nel suo abito talare un errore nel periodo di noviziato: amore passionale e un figlio…il meccanico Timi che,quindi, si capisce perché è così incazzato. Resta un mistero l’odio verso Jack. Alla fine, perché lo vogliano uccidere?
Cosa salvo? La professionalità di Corbijn che ha saputo fotografare benissimo l’ Abruzzo e che ha saputo restituire la suggestione, la magia, i silenzi dei paesini dell’interno Regione. Un’atemporalità vera e i magnifici paesaggi (fissità non da cartolina) che potrebbero “incantare” il pubblico internazionale. E poi Clooney da testimonial è una garanzia e ora bisogna aspettare di raccogliere i frutti. Mi è piaciuto anche il coinvolgimento delle maestranze locali, i paesini che diventano set per un periodo e soprattutto, un po’ di speranza che il cinema sa sempre donarci. E se è vero che i film sono sogni, perché non sognare un Abruzzo migliore? Oggi la mia Regione è ferita mortalmente non solo dal sisma del 6 aprile 2009.
SE TI VA VISITA IL MIO BLOG http://nosolocritiche.leonardo.it
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta