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Il magnifico cornuto

Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film

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La recensione su Il magnifico cornuto

di alan smithee
8 stelle

Un opportuno e necessario omaggio alla diva italiana più amata dai grandi registi, italiani ed internazionali, a poche ore dalla triste notizia della sua scomparsa, qui impegnata in una sferzante commedia recentemente restaurata e mostrata al Festival di Venezia 2025.

locandina

Il magnifico cornuto (1965): locandina

VENEZIA 82 - CLASSICI RESTAURATI

A poche ore dalla triste notizia della scomparsa di Claudia Cardinale, pur non amando in generale prodigarmi in epitaffi o coccodrilli, mi sembra coerente ed opportuno ricordarla recensendo un gran film visto solo pochi giorni orsono, in quanto riproposto, in una smagliante versione restaurata, in occasione del Festival di Venezia, nella sezione "Classici Restaurati".

Il film è Il magnifico cornuto, commedia sapida e brillante di Antonio Pietrangeli, incentrata sulla figura spavalda e sicura di sé di Andrea Artusi, un uomo di ceto alto borghese, titolare ed erede di una piccola industria di cappelli da uomo, all'epoca del boom economico ancora in voga, seppur già relegati alle teste di uomini prettamente maturi e non proprio promotori di stile. 

Un uomo e marito che pare pienamente appagato, sicuro di sé, compiaciuto dell'invidia di chi lo guarda e considera come un uomo arrivato, per di più sposato con una bellissima donna di nome Maria Grazia, certamente desiderata da scapoli e mariti di tutta la città. 

Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale

Il magnifico cornuto (1965): Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale

Costei, donna dolce, senza malizia ed onesta, aperta e briosa, apprezzata da ogni uomo, ma fermamente ligia ai suoi doveri di moglie, proprio a causa di questa avvenenza, finirà inconsapevolmente per rendere paranoico e geloso il suo esagitato marito.

Artusi arriverà al punto da diventare ossessionato dall'idea che la sua giovane moglie lo tradisca, non riuscendo più a pensare ad altro che a questo suo chiodo fisso, ed arrivando ad ingaggiare, come suo detective personale, il saggio ma impacciato suo anziano ragioniere, che diventerà protagonista di memorabili gags. Questa vera e propria fissa mentale non farà che impazzire Artusi, e contribuirà a produrre nella giovane lo stimolo ad inventare l'esistenza di un finto amante.  L'ossessione di Andrea lo porterà ad incappare altresì in un grottesco incidente d'auto mentre tenta di affrontare il presunto amante. 

Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale

Il magnifico cornuto (1965): Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale

Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi

Il magnifico cornuto (1965): Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi

Durante la convalescenza, Andrea si convince della fedeltà della moglie, ma proprio allora la donna, disillusa, aizzata da cotanti sospetti infondati, verrà indotta a cedere alle lusinghe di uno spasimante più insistente di altri, iniziando una relazione proprio con il piacente medico che si è preso cura del marito.

Ugo Tognazzi impersona alla perfezione i connotati caratteriali del borghese complessato e superficiale che comprende, ma non ammette, di non meritarsi un partner bello, sincero e solare come appare la sua Maria Grazia, creatura perfetta che meglio non avrebbe potuto essere rappresentata se non da una strabiliante ed iconica Claudia Cardinale, all'epoca ventisettenne, nel suo massimo fulgore fisico, icona della bellezza nella sua manifestazione più naturale e, proprio per questo, impossibile da poter gestire, o considerare adeguata al proprio decisamente modesto appannaggio di consorte meschino ed affarista losco. Nel ruolo di contorno più gustoso ed irresistibile, il grande attore Salvo Randone, nei panni del saggio contabile Belisario, fornisce una ulteriore prova attoriale eccelsa, tipica di una lunga ed onorata carriera divisa tra teatro e cinema. 

Claudia Cardinale

Il magnifico cornuto (1965): Claudia Cardinale

Adattato da una commedia teatrale di Fernand Crommelynck, ed ambientato nella benestante e borghese città di Brescia, Il Magnifico Cornuto esplora con gusto satirico e un piglio sarcastico azzeccato e pertinente, la crisi d'identità dell'uomo moderno, nell'epoca del boom economico degli anni '60, epoca in cui, dopo la ricostruzione, il benessere inizia ad instillare nelle classi più agiate una voglia di trasgressione e di avventura che in precedenza le drammatiche esigenze di vita non consentivano nemmeno di accedervi col pensiero.

Ecco allora che la commedia, pur leggera e gustosa, diventa occasione propizia per far riflettere lo spettatore su tematiche che diventano impellenti, come, in particolare, la paura della perdita di controllo e l'incapacità di potersi fidare del proprio partner.  L'abile regia di Antonio Pietrangeli mescola, con navigato mestiere, gli elementi spensierati e brillanti tipici della commedia all'italiana unendo preziosi e originali spunti surreali, che assumono connotati erotici, rivalutati nei primi anni '70 quando il film tornò in sala sfruttando il filone delle commedie a sfondo erotico/malizioso, molto di moda a quei tempi, in una versione colorata che il film, ora perfettamente restaurato, mostra nel suo finale, riproponendo qualche minuto delle situazioni surreali riviste attraverso i colori forti, esagerati, ossessivi, prodotti da lenti colorate in modo monotematico.

Scenette gustose queste ultime, utili a trasfigurare ancor meglio i pensieri e le ossessioni del protagonista attraverso scenari e situazioni ancora più ironici ed onirici.  

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