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Segreti di famiglia

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Segreti di famiglia

di kubritch
8 stelle

Nel primo atto ho avuto quasi un transfert. Il protagonista porta il mio nome e ha il mio atteggiamento nei confronti della famiglia e del padre, in particolare - e quale figlio italiano (di area latina) non ha di questi proplemi?. Ha le mie stesse aspirazioni e come me, ha la sindrome di non riuscire a portare a termine le cose. Ho un fratello più piccolo di me, sorprendentemente somigliante a Benny con cui avevo più o meno lo stesso rapporto; non così letterario, ma ho cercato di trasferirgli delle conoscenze di cui lui dice di essermi grato. Proprio come nel film, mio fratello è più intraprendente e realista di me, solo che non ha la mia indole. Anch'io scrivo storie su fogli di carta che spargo dappertutto, chiusi in valige e scatoloni e con la stessa tecnica - penso che sia comune nominare i personaggi con le lettere usate in matematica: X, Y... Con la battuta sull'aggettivo 'carino' il tranfert è stato massimo poiché è una opinione che sostengo da sempre e che proprio ultimamente mi è capitato di esprimere. Il titolo 'Tetro' è assonante col mio cognome che è composto da 5 lettere due delle quali sono 'T' disposte nella stessa posizione; e finisce con la 'o'. Perché hanno cambiato un titolo così bello con uno più vicino ad uno sceneggiato italiota? Le analogie si fermano quì essendo le mie esperienze di vita totalmente diverse. Non sono figlio di una persona illustre; non convivo; non ho gli stessi gusti sessuali; i miei sono presenti; non sono ancora finito in una clinica psichatrica. Ci siamo quasi. Questo serve però a dire quanto un film sia diverso a seconda di chi lo vede: 'Uno, nessuno e centomila'. E' un Coppola sperimentale e molto più diretto, libero e personale che in passato. Eppure non mi convince completamente. Anche il precedente mi ha lasciato un retrogusto di insoddisfazione. Però preferisco quello a questo. L'ho già visto 2/3 volte. Forse perché osa ma con la preoccupazione di superare la soglia di tollerabilità da parte del grande pubblico. Questo è un film che si potrebbe definire neo-espressionista, per l'argomento psichiatrico e per il taglio della fotografia, con puntate di realismo. Solo che, poi, sembra quasi un film Almodovariano tanto è sopra le righe nella caratterizzazione dei personaggi e nel concept del racconto come un giallo dei sentimenti, un'indagine sulla vera identità e sui segreti sepolti in un passato inconfessabile - il discorso sulla doppia identità. Come in 'Gli abbracci spezzati' ritornano questi incidenti automobiistici che spezzano vite amate e alterano i destini. E' il caso che irrompe in scena; la tegola che ti cade in testa; il fosso in cui finisci mentre sei distratto da altri pensieri. Vuole essere anche un'opera cinematografica che abbraccia tutte le arti: il balletto, il teatro, la musica, la scrittura, la fotografia... Ci sono inserti bellissimi. L'insoddisfazione credo che riguardi la costruzione della storia. La solita retorica della rivalità tra figlio e genitore famoso dal narcisismo ingombrante. Vi assicuro che è molto peggio il conflitto con un padre qualunque con lo stesso temperamento orgoglioso, incapace di ammattere e di affrontare con i figli le sue debolezze, in quanto vittima di una educazione alla mascolinità - virilità è altro - repressiva. Vi schiaccia ancora di più per mettersi al di sopra; finite per sommare le sue paure alle vostre. E' più interessante inquadrare vite comuni che ti consentono di mettere in scena e di universalizzare i giochi della psiche nella loro nuda essenzialità. La vita è anche banale. Siamo noi che ci sforziamo di renderla affascinante per sentirci consolatoriamente parte di qualcosa di più grande. Il fallimento è più frequente. E quelle scene madri, che nel film sono così ridondanti e finte, nella vita reale non esistono.  Ci sono fratelli dalla vita segreta. Ci sono noti musicisti mandrilloni con ogni gonella che incontrano - li ho conosciuti. Ed esercitano un certo fascino anche da vecchi. Esiste tutto nei particolari, ma la composizione di questi elementi nel film di Coppola è forzata. Sembra quasi un'operazione catartica più egocentrica che rivolta verso il prossimo. Beato lui che si può permettere questi lussi. Ma noi che c'entriamo? Dobbiamo stare a contemplare il maestro e la sua vita? Forse il tutto è un po' troppo curato, elegante, tirato a lucido. Il mio giudizio è buono con riserva.  

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