Regia di Koen Mortier vedi scheda film
Film crudo e disturbante che esplora il marcio umano attraverso una band di disadattati.
Ex Drummer (2007), diretto da Koen Mortier, non è il solito film da guardare a cuor leggero. Qui si parla di gente rotta, senza speranza, che si mette insieme per formare una band. Ma quello che ne viene fuori è una spirale di caos, rancore e marciume umano. Niente redenzione, niente romanticismi. Solo brutalità.
Tre outsider — un tossico, un omofobo e uno stupratore — vogliono mettere su una band e chiedono a un famoso scrittore (Dries Van Hegen) di unirsi a loro come batterista. Lui accetta, ma solo per cinismo e narcisismo: vuole “osservare il degrado dall’interno”. Da lì inizia il crollo. La musica è solo un pretesto: esplode una guerra tra egocentrismi, frustrazioni e violenze represse. Tutti sono carne marcia che si contorce sul fondo. Non c’è speranza, solo una discesa costante nel nulla.
Koen Mortier non ha paura di sporcare l’inquadratura. Ogni scena colpisce duro, sporca, violenta, cinica. La macchina da presa si incolla ai corpi, strappandoli a pezzi e mostrando senza filtri miserabili, corrotti e ridicoli. La regia è viscerale, ruvida, punk fino all’osso, nichilista e senza redenzione.
La sceneggiatura, basata sul romanzo di Herman Brusselmans e adattata da Koen Mortier, è tagliente, cinica e brutale. Dialoghi e situazioni estreme mettono a nudo il degrado umano senza filtri. Non c’è spazio per empatia o pietà: ogni battuta serve a scavare più a fondo nella violenza, nel narcisismo e nelle frustrazioni dei personaggi. La band diventa solo un catalizzatore; il vero spettacolo è il crollo morale e psicologico dei protagonisti.
Dries Vanhegen è Dries, lo scrittore cinico e narcisista che entra nella band come batterista senza sapere suonare, spinto solo dalla curiosità di osservare il degrado umano dall’interno. Norman Baert interpreta Koen de Geyter, il cantante tossico e autodistruttivo, la cui personalità turbolenta amplifica il caos e la tensione tra i membri del gruppo. Sam Louwyck veste i panni di Ivan Van Dorpe, il chitarrista sordo, la cui presenza inquietante rende ogni scena ancora più carica di disagio e violenza latente. Gunter Lamoot è Jan Verbeek, il bassista con un braccio rigido, la cui omosessualità è centrale nel personaggio e spesso lo rende bersaglio delle aggressioni e dei pregiudizi degli altri membri; i suoi genitori, Pa e Ma Verbeek, interpretati da François Beukelaers e Bernadette Damman, contribuiscono a delinearne il contesto familiare e il passato.
Completano il cast Tristan Versteven, Wim Willaert, Dolores Bouckaert e Barbara Callewaert, i cui ruoli secondari intensificano l’atmosfera disturbante, mentre Jan Hammenecker è Dikke Lul, leader arrogante della band rivale “Harry Mulisch”, che porta ulteriori conflitti e tensione alla trama. Tutti restituiscono con forza brutalità, cinismo e degrado, creando un microcosmo umano spietato e senza pietà.
Il film mantiene l’estremo cinismo e la crudezza del romanzo originale di Herman Brusselmans. Koen Mortier e la produzione belga hanno scelto un approccio realistico e diretto, senza filtri, per amplificare l’impatto disturbante. La band rivale nel film, “Harry Mulisch”, è un omaggio allo scrittore olandese, inserito come piccolo gioco letterario in un contesto altrimenti completamente nichilista e violento. La colonna sonora, firmata da artisti belgi come Arno Hintjens, Flip Kowlier e il gruppo Millionaire, e da band internazionali come Mogwai e Lightning Bolt, accompagna e amplifica il caos dei protagonisti. Le canzoni, dall’energia violenta e dalle atmosfere cupe, diventano parte integrante della narrazione, accentuando la tensione, il degrado e l’irruenza dei personaggi, immergendo lo spettatore in un mondo sonoro sporco, ribelle e disturbante.
Ex Drummer ti sporca l’anima. Sporco, violento, disturbante, non cerca redenzione né pietà. Colpisce duro, lascia segni e ti costringe a confrontarti con l’umanità nel suo lato più oscuro. Chi accetta la sfida troverà un film memorabile, cinico, diretto e indimenticabile.
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