Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
Il motivo per il quale questo filmetto di pessima confezione possa esser piaciuto tanto e possa aver riscosso tanto interesse non puo´ non risiedere in quel conformismo che asfissia ormai in maniera irrimediabile il nostro cinema. Un conformismo fatto anche di confraternite, non dimentichiamolo.
Eh si perche' io mi chiedo se altrettanto gradimento avrebbe riscosso il film se tanto "simpatico dilettantismo" fosse stato messo in campo da altri piuttosto che da uno degli sceneggiatori di Garrone.
Pseudo-romanitá per evocare naturalmente gli indispensabili accenti pasoliniani, il ricorso al ferragosto capitolino, che ormai e' divenuto un classico, per la consueta iconografia metropoloitana di una Roma accogliente, una strizzatina d´occhio al sociale per camuffare il nulla da impegno, l'urticante improvvisazione da spacciare per forma artistica e la immancabile nota identitaria per rassicurare gli spettatori che noi siamo quelli della loro parte: il vino bianco ( la sciarpa giallorossa sarebbe stata troppo greve!).
Ancora una volta il solito malinteso: attribuiamo al mediocre delle particolari categorie estetiche o dei significati di contenuto perche' in quella stessa mediocrita' ci riconosciamo.
Il valore, chiamiamolo cosi, di Pranzo di Ferragosto e' tutto racchiuso in una semplice considerazione: e' il film che la maggior parte di noi avrebbe scritto e girato. La sua realizzazione e l'indice di gradimento raggiunto tra pubblico e certa critica ci conforta, ci rassicura, ci inorgoglisce perche' ci fa sentire tutti dei "cineasti".
In realta' questa e´roba che non doveva essere neanche girata e non lo sarebbe stata se non fosse stato per l'aiuto che Garrone ha sottoscritto in produzione. Il marchio Garrone, nello stesso anno del suo successo assoluto con Gomorra, ha funzionato poi da volano promozionale.
Triste leggere che il film ha ottenuto il solito finanziamento statale e l´elevazione a titolo di bene culturale. Soldi che chissa´ quanti giovani neo diplomati nei centri sperimentali avrebbero avuto possibilita´ di spendere assai meglio. Giovani che, in assenza di un proprio Mecenate come Garrone o di un gruppo artistico di riferimento, dovranno aspettare ben oltre la soglia dei 60 anni per poter dirigere un film.
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