Regia di Jamie Babbit vedi scheda film
La vita dell'adolescente Megan sembra perfetta: giovane, carina, di buona famiglia (ultracattolica), cheerleader e fidanzata col belloccio del college. Eppure in cuor suo la ragazza non riesce ad ammettere che in realtà le piacciono le donne: tutti lo hanno capito tranne lei. Perciò i genitori la mandano in una struttura riabilitativa dove, insieme ad altri sventurati e sventurate come lei, comincerà il suo complicato percorso per riabbracciare l'eterosessualità.
Una delirante commedia dal fortissimo sentore di John Waters: ma il maestro del trash e del camp qui davvero non c'entra nulla, se non come principale ispiratore del lavoro di Jamie Babbit. La regista americana, classe 1970 e perciò ancora neppure trentenne, ha già alle spalle qualche corto e approda con questo titolo al suo primo lungometraggio per la sala cinematografica. Siamo nel 1999 e la nuova ondata del demenziale a stelle e strisce in ambito teen-college è guidata da American Pie, uscito proprio in quello stesso anno, che segna però un altro tipo di direzione: molto più sbracata, eccessiva, ridanciana, facilotta se si vuole. Non che Gonne al bivio – uno tra i peggiori titoli mai scelti dalla distribuzione italiana – sia un raffinato prodotto per intellettuali sofisticati, sia chiaro: ma dietro la patina di comicità e di provocazione ci sono contenuti interessanti, nonché una sana voglia di 'normalizzare' argomenti che per troppo tempo sono stati considerati tabù al cinema (evidentemente, in questo caso, l'omosessualità su tutti). Bene le scelte di casting, con al centro Natasha Lyonne, Clea DuVall, Bud Cort, RuPaul, Michelle Williams (fresca del successo ottenuto con Dawson's Creek) e Mink Stole, amica intima del citato Waters nonché tra le sue interpreti predilette. I toni sono quelli accennati: volutamente grossolani, iperbolici e talvolta un po' scioccherelli, ma quantomeno la sceneggiatura di Brian Peterson (da un soggetto della regista) è al servizio di una morale ben precisa. Qualche risata è garantita, ma non mancano i momenti prevedibili ed estremamente frivoli. 4/10.
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