Regia di Bryan Bertino vedi scheda film
Un bel film davvero, che dice molto di più sui giorni nostri di quanto possa sembrare ad una prima lettura.
"The Strangers" ovvero gli sconosciuti, i forestieri. A prima vista, difficile da comprendere per chi cerca nei film una motivazione, una ragione ad ogni comportamento e azione dei personaggi. Eppure la chiave di tutto risiede proprio nel titolo "The Strangers".
La paura dell'altro, del nuovo, dei forestieri, di coloro che arrivano in piena notte ed invadono una casa, siano essi dei proprietari, dei vigilantes o dei bambini che cercano loro coetanei (forse) per giocare. Chi lo sa? La verità è sfuggente e cambia in base al punto di vista da dove la si guardi. Eppure il legame che unisce il film è il timore per il prossimo, di coloro che ci appaiono diversi, ma che poi tanto diversi da noi non sono.
Un'amara riflessione sui tempi d'oggi, dove si fa fatica a conoscere chi siano i veri guerrafondai o i terroristi, i buoni o i cattivi, semmai esistano tali distinzioni.
Se per la giovane (ex) coppietta i cosiddetti invasori sono i tre sconosciuti mascherati che bussano alla porta. Per la bambina, in primis, sono i due giovani forestieri ad essere gli intrusi, tant'è che chiede di una certa "Tamara", forse un'amica, una conoscente o solo un'altra con cui poter giocare. "Siete sicuri che non ci sia?" è la sua replica.
Il regista e gli sceneggiatori, a mio avviso, volevano mostare come sia la paura, fondata o infondata che sia, a far scattare dei meccanismi talvolta perversi, incontrollabili ed ingiustificati.
Da qui deriva il succedersi dei fatti; il primo a sparare è il giovane di buona famiglia, che uccide l'amico nel vano tentativo di proteggere la sua casa e la sua (ex) fidanzata.
é lui il "Killer" per i mascherati, ma per se stesso e per la sua fidanzata è solo il difensore della domus.
Ma se così non fosse? Potrebbe anche essere l'invasore della dimora di Tamara, e pertanto va spaventato, cacciato.
In fin dei conti, a detta dei tre, la "colpa" della coppia è quella di trovarsi in (quella) casa (che essi magari non credono sia di loro proprietà).
Ciò che resta è che da paura nasce altra paura. Per evitare strage inutili, a volte sarebbe opportuno togliere le proprie maschere, essere scevri da preconcetti, per indossare i panni altrui e poter guardare negli occhi coloro che si reputano essere degli "sconosciuti".
In breve, occorre recuperare lo sguardo dell''infanzia perduta (i bambini del finale, i soli che entrano pacificamente in contatto con entrambi le parti), quell'unico sguardo possibile per farci discernere la brutalità di una strage e allo stesso tempo farci interloquire con gli estranei, offrendo loro un regalo, simbolo di un legame di fratellanza anzichè di sopraffazione. A differenza di chi non non vuole nemmeno dar confidenza agli sconosciuti (The Strangers).
Sapiente e con mano ferma. Bella Promessa!
Sempre più bella e brava.
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