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The Strangers

Regia di Bryan Bertino vedi scheda film

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La recensione su The Strangers

di lao
8 stelle

Il male non contaminato da meschinità o passioni ha una sua sacralità e nessuno può permettersi di infrangerne il cerimoniale: in The Strangers, solo le vittime immolate e due strani bambini in camicia bianca hanno la possibilità di guardare in volto i sacerdoti del rito, non gli spettatori, per i quali esso deve rimanere un segreto. Il rispetto rigoroso del culto non lascia angoli morti nella pellicola e l’impiego calibrato degli espedienti tutti offerti dalla retorica del genere tronca la sensazione di artificiosa ridondanza tipica di opere similari: l’oltraggio ai corpi e il sangue scaturente da arti e teste mozzate non invadono la scena, si avviluppano piuttosto al senso di angoscia della coppia prigioniera, sono l’ovvio sbocco di infinite torture psicologiche. La strategia di regia non cerca infatti sorprese, bensì si accontenta di immergere spazio e tempo nella prospettiva claustrofobica dell’assedio: i corridoi della villetta suburbana isolata diventano un tunnel angusto dove si cammina per un tempo interminabile prima di essere raggiunti dalla scure omicida; gli alberi del bosco attorno diventano la pista ideale per una caccia senza respiro. La dilatazione sensoriale fibrilla vista e udito fin dai sintomi rivelatori: il fosco presagio delle rose rosse spezzate sul cuscino, la violenza di una mano sconosciuta che bussa alla porta e la cantilena di un vecchio vinile incantato. La solennità del male ne contempla l’inviolabile essenza: una forza demoniaca si impossessa dell’identità dell’uomo e la ferocia assassina è istinto tribale, ciclico motore degli eventi di sempre. “Perché ci fate questo?” la domanda di Kristel/ Liv Tyler è naturale, ma superflua: “perché eravate in casa” risponde uno dei carnefici. Non esistono esorcismi contro Satana e se Dio vince il trionfo sarà oltre la vita terrena e quindi oltre i peccati della ragione e dell’amore. Mio blog: http://spettatore.ilcannocchiale.it

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