Regia di Dennis Donnelly vedi scheda film
Rozzo ma destinato fin dalla sua apparizione a stagliarsi nella infinita, immensa pletora di film settantiani congeneri, per la sporca efficacia e trucidissima prima mezz'ora. Che non indugia in niente di fronte alla violenza perpetrata da un maniaco in passamontagna pure messo male e che si indovina dopo due secondi chi sia su tope sontuose come Kelly Nichols qui con l'alias Marianne Walter, famosissima pornodiva della età d'oro dell'hardcore americano, trucidata tra vasca da bagno e stanza da letto, nudissima integrale e insaponata, tra sangue e chiodi sparati dalla pistola della cassetta di attrezzi, che da il titolo originale "The Toolbox Murders", in una sequenza che oggi sarebbe impossibile con la medesima forza e malsana aderenza, tolta di portata dalla troppa consapevolezza che l'horror altro non è che un solito giochino "metà" e citazionista qualcosa, se non proprio ucciso dall"elevated" come dicono con linguaggio da commessi di abiti alla moda, alcuni botrai che seguono i "flame".
Nulla qui di tutto questo, fortunatamente ancora e soltanto un altro "psycho-thriller" di dichiarato sfruttamento, ma brutto sporco e cattivo talmente tanto da primeggiare, come si conviene e come pochi altri contemporanei, prima o dopo, o per spostarsi a Texarcana con Charles B. Pierce, o a New York con Abel Ferrara, William Lustig, Lucio Fulci, e non molti altri. Inusitato lo spazio dato alla recitazione e al dialogo-monologo come nella lunga scena tra il bravissimo Cameron Mitchell/Kingley in uno dei ruoli per cui staglia in quel preciso momento storico del genere, e in una filmografia foltissima di ''serie B" come la sua, con Pamelyn Ferdin legata e imbavagliata nel lettone, la quale recita bene la sua paura e disperazione, senza poter parlare. Unica regia del televisivo di lunga esperienza Dennis Donnelly, ingaggiato dal produttore Tony DiDio, non fa sconti a nessuno e si permette pure una seconda parte di scavo psicologico e buona descrizione di ciò che muove l'impazzito assassino. Gli agganci a evidenti realmente accaduti dieci anni prima sono più pretestuosi che altro.
Da vedere unicamente nella versione "uncut" di circa 91' a 24fp/s e non in quelle tagliate da 87' e 84' che circolano assurdamente in canali ufficiali italiani ma molto censorii, come Film & Clips della Minerva Pictures. L'omicidio della Nichols con la sparachiodi(e non come scrive Wikipedia sbagliando, con il trapano, in confusione ed errato altrimenti precorrere, con "Omicidio a luci rosse") è pesantemente tagliato di insistenza nel suo nudo sul letto, dettagli di pelo, e dettagli crudi del sangue che gli cola sulla topa.
Ted_Bundy1979
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