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In cerca di Mr. Goodbar

Regia di Richard Brooks vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In cerca di Mr. Goodbar

di Dany9007
7 stelle

Nessun dubbio sulla capacità di Richard Brooks di muoversi ecletticamente tra un genere e l’altro, dal western (L’ultima caccia, I professionisti) all’avventura (Lord Jim) al dramma sociale (Il seme della violenza, A sangue freddo) fino a una storia particolarmente sofferta e soprattutto legata al decennio degli anni ’70 in cui si coniugarono gli aspetti più dirompenti dell’emancipazione femminile nonché della liberta sessuale. Questa vicenda, tratta da un romanzo a sua volta ispirato ad una tragica storia vera, porta in scena una protagonista che ha vissuto costrizioni, confronti e anche una lieve menomazione fisica, che hanno pesantemente inciso sulla propria formazione. Diane Keaton infatti interpreta, coraggiosamente, un’insegnante, Theresa Dunn, di una scuola per sordomuti cresciuta in una famiglia profondamente religiosa. L’infanzia è segnata innanzitutto da una scogliosi genetica che, a seguito di un’analisi errata, l’ha portata ad una soffertissima operazione ed altrettanto umiliante convalescenza che le lasceranno, indelebilmente, una vistosa cicatrice sulla sua schiena. Oltre a questa Theresa si è sviluppata confrontandosi con l’attraente e sostanzialmente “perfetta” sorella che a differenza sua mieteva relazioni con vari ragazzi. Assistiamo quindi ai primi approcci al mondo del sesso da parte di Theresa con un suo insegnante già sposato. Sin dal primo approccio con il mondo maschile, alla bellezza del piacere fisico, Theresa è costretta a dover patire il cinismo dei compagni che sempre più occasionalmente inizia a frequentare. La parabola dela protagonista si tramuta dunque in una sorta di vortice che in cui appare sempre più sola e disorientata, così come lo sono pressochè tutti coloro che la circondano: dietro alla relazioni della sorella si nasconde una vita di sesso occasionale, aborti e droga, dietro la facciata borghese del suo insegnante universitario vi è un uomo egoista ed egocentrico (e che poi riapparirà per puro calcolo personale), le relazioni con il gigolò Tony prima e con il rigido James (quest’ultima approvata dalla famiglia di lei viste le affinità religiose) rivelano ogni volta un lato più sgradevole dei personaggi. Il sesso sembra dunque l’unica valvola di sfogo che si manifesta in modo sempre più occasionale e con personaggi di volta in volta più i infimi. Accumulando contraddizioni e passando anche per un periodo di uso di stupefacenti per Theresa sarà fatale un ennesimo incontro occasionale in cui troverà la morte per mano del violento omossessuale Gary che incapace di avere un rapporto sessuale con lei, in un misto di rabbia e umiliazione, nonché sotto effetti di stupefacenti la uccide brutalmente a coltellate. Come già detto Diane Keaton sembra non farsi sconti nell’interpretare un personaggio che posa in molte situazioni davvero scomode: appare più volte nuda o in vari amplessi, si cimenta in sequenze dove appare sballata e in un finale di violenza inaudita (sebbene splendidamente filmato) viene uccisa a coltellate. Detto questo però il film sembra in più punti inanellare delle sequenze tutto sommato ripetitive, tante volte le discussioni con i vari amanti o le situazioni in cui si trova la protagonista oltre a suggellare la sostanziale decadenza della protagonista non portano a chisssà quali spunti innovativi. Da questo punto di vista la narrazione di Brooks appare molto distaccata, in un certo senso sembra che il regista sia anch’esso spettatore nel raccogliere il cambiamento di un decennio che ha portato chiaramente aspetti positivi ma altrettanto negativi, sui quali lascia ampiamente il giudizio allo spettatore. Difatti si finisce la visione del film con parecchi dilemmi o considerazioni senza una necessaria conclusione o comunque appaiono significativamente sfaccettate: la ribellione di Theresa da un lato ne fa emergere l’indipendenza da una famiglia che l’ha in sostanza repressa sia sessualmente che caratterialmente, dall’altro lato questa ribellione non appare davvero liberatoria, ma al contrario si arricchisce di contraddizioni e di pericoli (fino al tragico epilogo). Allo stesso modo la figura indipendente della sorella inanella una miriade di insuccessi e di relazioni esclusivamente occasionali. Altrettanto meschine le figure maschili che gravitano attorno a Theresa che sembrano ricadere nelle più bieche pieghe della borghesia (il professore sposato o il giovane religioso) o degli ambienti sociali più degradati (le figure del gigolò o del gay drogato). Così come altri film più o meno coevi, In cerca di Mr. Goodbar ha la caratteristica di incastonarsi appieno nel decennio degli anni ’70 con quell’idea appunto di smarrimento dei valori dei protagonisti, mi vengono infatti alla mente pellicole come Lo spaventapasseri o Salvate la tigre, tutti film ove i protagonisti hanno perso i punti di riferimento in un contesto sociale ormai in declino.

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