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Sbirulino

Regia di Flavio Mogherini vedi scheda film

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La recensione su Sbirulino

di mm40
3 stelle

Sbirulino è un clown bambino che vive a Sottocielo, un paesino di montagna. Un giorno il parroco lo avverte: suo zio Sbirulo è andato in cielo e gli ha lasciato dei soldi, da condividere con i parenti del circo degli Sbiruloni. Sbirulino parte alla volta di Roma, per sistemare la faccenda a modo suo.

 

Sì, d’accordo, Sbirulino è un personaggio creato per i bambini e in particolare per quelli piccoli e piccolissimi: non ci si può certo immaginare di vederlo coinvolto in avventure dai toni cupi o in drammi dagli argomenti espressamente adulti; eppure è davvero sorprendente l’inconsistenza della trama di questa pellicola a lui dedicata (nonostante sia interpretato da Sandra Mondaini, Sbirulino è maschio, pur essendo quanto di più distante da una definizione di genere possa esistere). Un regista già affermato di commedie popolari come Flavio Mogherini dietro la macchina da presa, l’affiatato duo formato da Sandro Continenza e Raimondo Vianello impegnato nella stesura della sceneggiatura: eppure il risultato è davvero mediocre oltre ogni dire. Di questa pellicola si salvano solo la verve della protagonista, a cui purtroppo il cinema italiano non ha mai dato sufficiente spazio, e la colonna sonora di Pippo Caruso, giustamente giocosa e dai toni infantili. Per il resto si può solo rimanere interdetti di fronte a scene lunghe interi, infiniti minuti in cui, per esempio, Sbirulino si rifiuta di uscire di casa perché ha paura che ci sia in giro la gallina nera (ripeterà “la gallina nera” e quasi nient’altro almeno venti volte – e non succederà nulla), oppure dà da mangiare al suo cavallo continuando a spiegare che sta dando da mangiare al suo cavallo, che peraltro si chiama Tagallo e, data la pronuncia incerta e confusa del personaggio, sembra sempre di sentir chiamare Cagallo. Ma in bocca al personaggio della Mondaini nulla può sembrare in alcun modo volgare, pericoloso, sconveniente; tutto il film galleggia infatti in una dimensione fiabesca e leggera, sostanzialmente poetica, che d’altronde però poteva essere sfruttata in modo migliore. Gianni Agus, Toni Ucci, Fortunato Cecilia compaiono in ruoli marginali. 3,5/10.

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