Regia di Richard Attenborough vedi scheda film
Un kolossal di grande impatto che è a tutti gli effetti Storia del Novecento, seguendo uno dei personaggi più importanti del secolo passato e, di concerto, la fine dell'epoca coloniale
Un kolossal si dimostra vincente quando, per una durata di solito mai inferiore alle tre ore, non fa quasi mai guardare l'orologio allo spettatore, completamente immerso nella storia (spesso su un ampio arco temporale) che vi si racconta. Lo è stato, per esempio, con "Barry Lindon" e la sua ammaliante colonna sonora incentrata soprattutto su Schubert, così come nelle sinuose atmosfere di "Lawrence d'Arabia" (ed anche qui la colonna sonora è diventata un "tormentone"). "Gandhi" invece punta tutto sulle immagini e, grazie ad una magistrale interpretazione di Ben Kingsley (giustamente premiato con una delle otto statuette conquistate dal film) racconta la vita di uno dei più importanti personaggi pubblici del Ventesimo secolo, in un India dall'incontrastato fascino ma anche dalle mille contraddizioni, ed ancora sotto l'ombrello del colonialismo inglese. La lotta, prevalentemente non violenta, porterà poi alla nascita di due Stati, India e Pakistan, ma non a risolvere molte delle ataviche difficoltà di un Paese immenso e complesso. Un film appassionante, lento se visto con l'occhio frenetico di oggi, e forse per questo ancora più calzante con la realtà che descrive e con quel senso di sostanziale immutabilità di un mondo a tratti arcaico ma comunque, a suo modo, proiettato verso il futuro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta