Regia di Gregg Araki vedi scheda film
ciò da cui araki non permette di distaccarsi, nel corso dell'intero film, è la colpa. colpa che ognuno infligge e vive e nasconde e gratta via ad unghie sempre più in profondità; che sia reale, che la si meriti o meno, ognuno dei personaggi, che si sfiorano appena nelle loro vite macchiate, vive la sua colpa in un mondo a sè stante. con espedienti e nascondigli oppure soltanto con comportamenti che possono ledere testa quanto corpo. cilicii di espiazione anche nel sesso disamorato, innegabili e crudi. che poi quegli stessi atti possano essere solo la ricerca di uno stato di grazia toccato e mai più ritrovato.. credo che quello sia solo il nascondiglio: la lesione ed il cilicio li avrebbero comunque cercati, qualcosa di cui punirsi sarebbe comunque stato lo scopo da perseguire. naturalmente è il personaggio di neal a portare su queste riflessioni, in lui tutto è all'eccesso e più intense sono quindi le sue manifestazioni di esso. ci sono attimi che si perdono nel troppo ingenuo, quando l'ingenuo dovrebbe esistere sono nella visione delle menti bambine, invece di ritrovarsi nella crudezza dei fatti reali: questa spaccatura risulta a volte meno evidente, lo spazio di gioco maggiore. a volte ho cercato di ricordare all'occhio, nell'osservare, che certe scene araki le ha volute ricreare con accanto l'autore del libro, colui che ha ispirato la sceneggiaura: a volte risultavano forzate certe caratterizzazioni apparentemente troppo facili (il coach e la sua casa a luna park, felice nella pioggia di cereali multicolor). lì forse riemerge il racconto reale di un uomo che scrive i ricordi di un bimbo, in cui anche i grandi passano per i suoi occhi degli anni da molto trascorsi. mysterious skin lo ho atteso con ansia, forse per questo non ogni aspettativa ha incontrato la sua soddisfazione. ma alcune immagini potrebbero spesso tornare in momenti inaspettati. il pavimento del coach. il neal bambino che osserva e si fa osservare. il diciannovesimo compleanno di brian. un film da rivedere, per me. e fino ad ora un film da ripensare, una positiva conclusione, pertanto
da riascoltare
per il coraggio di mettere il suo corpo remissivo al personaggio, al regista, alla violenza visiva e alla pura bellezza del distruggere, un pieno plauso. abusato dall'inquadratura con la piena consapevolezza della perdizione. incredibile
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