Regia di Andrew Lau, Alan Mak vedi scheda film
Sequel (che è in realtà un prequel) del film del 2002, anche questo secondo capitolo riesce bene a fondere poliziesco ed un'analisi sottile dei vari personaggi, quasi un gioco di ruolo dove ogni mossa determina a catena una serie di conseguenze più o meno imprevedibili
Il sequel di "Infernal affairs" è in realtà un prequel che, per chi non avesse visto il film del 2002, può risultare un pò ostico ed intricato. Ciò non toglie che gli elementi che hanno caratterizzato il capostipite ci siano tutti, a partire dalla superba prova dei due protagonisti principali Anthony Wong e soprattutto del luciferino boss impersonato da Eric Tsang (entrambi presenti anche nel sequel). Il sottile meccanismo ad incastro, che vede infiltrati dall'una come dall'altra parte, regge ad alcune complicazioni di troppo e giustifica anche la digressione thailandese che, a prima vista, sembra ingarbugliare fin troppo le carte. Sullo sfondo c'è non solo la guerra tra diverse famiglie della mafia di Hong Kong, ma anche l'epocale passaggio alla Cina avvenuto nel 1997 (anno in cui la storia è ambientata). E, come nel primo capitolo, si viene letteralmente immersi in un'atmosfera costantemente crepuscolare che diventa così il vero marchio di fabbrica di questa fortunata serie.
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