Trama
Un labirinto di immagini e simboli, un filo di Arianna che ci conduce nell’universo visionario di Guillermo del Toro. Yves Montmayeur ci porta a Guadalajara, città natale del regista messicano, e da lì verso Parigi e altri luoghi misteriosi, sulle tracce di un autore che ha fatto del mostro e del sacrificio corporale i cardini della sua poetica. Custode del proprio labirinto interiore, del Toro guida lo spettatore in un viaggio iniziatico che attraversa ricordi d’infanzia, reliquie religiose, ex voto macabri e frammenti delle sue opere, intrecciando il personale con l’universale.
Il film prende avvio dalla grande mostra d’arte allestita a Guadalajara nel 2019, un vero gabinetto delle meraviglie che riuniva oggetti, memorie e ossessioni dell’autore. Attraverso materiali d’archivio, testimonianze e lo sguardo complice di artisti come Eugenio Caballero, Junji Ito e David Cronenberg, Montmayeur esplora la radice culturale e spirituale che nutre l’opera di del Toro: il sincretismo tra la tradizione precolombiana e il retaggio cattolico, e quell’intimo rapporto con la morte che caratterizza la cultura messicana.
Come afferma il regista: «Quando Guillermo del Toro ha deciso di presentare una grande mostra d’arte a Guadalajara, ho capito che sarebbe stato il punto di partenza per esplorare la sua psiche. Basata sul suo personale gabinetto delle meraviglie, la mostra offriva uno sguardo nella mente di un artista ossessionato dalla figura del mostro e dalla rappresentazione del sacrificio corporale».
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