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Don't Let the Sun

Regia di Jacqueline Zünd vedi scheda film

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La recensione su Don't Let the Sun

di Ponky_
6 stelle

 

LOCARNO FILM FESTIVAL 78 (2025)
Nonostante si percepisca la mancanza di un budget importante, il film è scritto con intelligenza, sia nelle rare interazioni dialogiche, sia — ancor maggiormente — nella costruzione emotiva dei personaggi. Lo sguardo registico di Jacqueline Zünd ne cattura ottimamente l’essenza, riuscendo a raccontare ogni sfumatura di sentimento senza dover ricorrere alla voce per esprimerla.
In un mondo in cui veglia e sonno si sono invertiti di significato, il sole diventa un nemico che corrode i legami sociali, amplifica la distanza fisica ed emotiva e rende la presenza umana un bene prezioso. Un inno alla condivisione in un’epoca dominata dall’individualismo, che tocca una moltitudine di temi attualissimi riuscendo a divincolarsi da facili sentimentalismi. La fotografia riesce a trasmettere il logoramento provocato dal calore, mentre i ruoli tradizionali — genitore, figlio, coniuge — si rimescolano e si appiattiscono, lasciando spazio ad un sentimento collettivo che abbraccia l’intera razza umana (e non).
Non tutto, però, appare perfettamente coeso: il già citato deficit economico è evidente soprattutto negli ambienti, che non si integrano tra di loro nel migliore dei modi, rendendo estremamente artificiosa la ricostruzione scenica; il presentimento è che non vi sia stato un sufficiente ventaglio di possibilità di scelta per le location.
Con il passare dei minuti si indugia poi, eccessivamente, sulla ciclicità delle situazioni, come se fossero necessari dei riempitivi per arginare l’impossibilità di girare quanto invece necessario.
La delicata colonna sonora accompagna efficacemente le immagini di una nuova normalità, in cui ci si deve nuovamente abituare ad emozioni atrofizzate, quasi nascoste, ricacciate nel buio della notte.
Un film fatto di sensazioni, ma privo di un vero picco drammatico, che approda ad un (buon) finale fin troppo faticosamente.

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