Trama
Mona Fastvold, co-sceneggiatrice di The Brutalist e regista di Il mondo che verrà, firma con il film The Testament of Ann Lee il suo terzo lungometraggio, un ritratto intenso e sfaccettato di una delle figure religiose più significative dell’America pre-rivoluzionaria. La protagonista è Ann Lee, fondatrice del movimento degli Shakers, interpretata da Amanda Seyfried, affiancata da un cast corale che include Christopher Abbott, Tim Blake Nelson e Lewis Pullman.
Il film The Testament of Ann Lee esplora la biografia complessa e drammatica di Ann Lee, concentrandosi sulle esperienze che ne hanno influenzato la visione spirituale e l’impegno pubblico. Cresciuta in una famiglia numerosa nella quale la promiscuità forzata tra genitori era parte della quotidianità domestica, Ann affronta in età adulta un matrimonio imposto con Abraham (Christopher Abbott) e la perdita di quattro figli in tenera età.
Queste esperienze plasmano la sua visione radicale del corpo e della sessualità, conducendola a sostenere la castità come fondamento etico e spirituale. Le sue idee, inizialmente marginali, vengono adottate da una crescente comunità di seguaci che danno vita a pratiche di culto collettivo, frenetiche e cariche di tensione emotiva, rappresentate nel film The Testament of Ann Lee attraverso sequenze coreografiche e musicali che assumono il ruolo di rituali sostitutivi dell’esperienza sessuale.
Fastvold prova a ricostruire con precisione il mondo degli Shakers, sottolineandone l’eredità culturale duratura: il pacifismo, l’architettura essenziale, la centralità della danza e del canto. La messa in scena unisce rigore storico e libertà espressiva, e trova nell’interpretazione di Seyfried una protagonista intensa, determinata, capace di esprimere allo stesso tempo forza interiore e inquietudine.
Il film The Testament of Ann Lee è sostenuto dalla fotografia di William Rexer e da una partitura sonora che alterna momenti atmosferici a esplosioni rituali, contribuendo a creare un’esperienza immersiva. The Testament of Ann Lee riflette su fede, trauma e autodeterminazione femminile, restituendo complessità a una figura spesso ridotta a simbolo.
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