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Elisa

Regia di Leonardo Di Costanzo vedi scheda film

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La recensione su Elisa

di diomede917
6 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: ELISA

Fine Pena Mai per Leonardo Di Costanzo? Dato che anche il suo ultimo film sia ambientato in un istituto penitenziario sembrerebbe di sì. Cosi come le ambientazioni sono più verosimili che vere appare palese che il suo obiettivo è raccontare il carcere che abbiamo dentro di noi per rinchiudere il nostro lato oscuro.

Se in Ariaferma il carcere di Mortana era un avamposto perduto dove carcerieri e carcerati si confrontavano in attesa di un soccorso che non arriverà mai, in Elisa l’istituto penitenziario di Moncaldo è collocato nelle Alpi Svizzere tra il canton ticino e quello francese. La struttura è all’avanguardia, ha al proprio intento un polo universitario, le detenute dormono in baite a due posti, hanno delle divise che ricordano tutte delle “Cappuccetto Rosso” adulte che vagano liberamente in uno spazio ben delimitato dentro un bosco che circonda la struttura (un ambiente che ricorda molto sia il collegio di Phenomena di Dario Argento che la stessa scuola di ballo di Suspiria) sanno benissimo che il lupo cattivo non supererà le recinzioni, sanno benissimo che il lupo cattivo l’hanno conosciuto tanto tempo prima, sanno benissimo che il lupo cattivo sono loro anche se hanno volutamente resettato dai loro ricordi.

In questo contesto inizia il confronto tra le due ali del carcere: da una parte abbiamo il Professor Alaoui che sta facendo uno studio sulle origini del male che sono insite non solo su chi commette un efferato delitto ma sull’essere umano in quanto tale (molto bella è la premessa iniziale che apre il film e che mette a confronto durante una lezione universitaria i diversi protagonisti di un evento criminale) e dall’altra abbiamo Elisa Zanetti una donna condannata a 20 anni per il sequestro e omicidio della sorella e il tentato omicidio della mamma. Elisa ha resettato tutto, non ricorda il motivo per cui ha voluto uccidere il sangue del suo sangue. E una donna che rifiuta il suo passato al punto di scegliere di interloquire col il criminologo in francese e per questo motivo che consiglio di vedere il film in lingua originale perché evidenzia come il male parla e pensa italiano e la nuova Elisa vuole rinascere anche da un punto di vista linguistico.

Tratto dal saggio scritto dai criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali “Io volevo ucciderla. Per una criminologia dell'incontro”, il film si ispira al terribile omicidio di Cirimido che ha visto protagonista Stefania Albertani (rea di aver ucciso la sorella Maria Rosa carbonizzando il cadavere e cercato di fare lo stesso coi genitori). Nel periodo pre-Covid gli studiosi hanno iniziato un percorso che si è trasformato in quel libro che ha ispirato il film presentato all’ultimo Festival di Venezia.

Bisogna essere onesti la bravura di Barbara Ronchi copre la debolezza del film sia nella messa in scena che nella sceneggiatura, ancora non riesco a capire la scelta di questa ambientazione fuori dal contesto italiano e spero non sia dettato dal fatto che il film è coprodotto dalla RSI svizzera e finanziato dalla Commissione del Canton Ticino.

Anche perché Barbara Ronchi è magistrale a rappresentare le due anime conflittuali presenti dentro il suo personaggio.

Un Elisa Cappuccetto timida, con una voce flebile e che si comporta ancora da “Bimba del Papà” durante le visite settimanali con il padre che non l’ha mai colpevolizzata e dall’altra Elisa lupo con lo sguardo cattivo e un atteggiamento fortemente manipolatorio che porterà a tragiche conseguenze.

Elisa è comunque un film che cattura e ti fa pensare anche giorni dopo la visione e questo è un gran merito ma al tempo stesso è un’opera migliore più nell’intento iniziale che nel prodotto finale. Praticamente un’occasione persa.

Voto 6,5

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