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Prison Ship

Regia di Fred Olen Ray vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Prison Ship

di Marco Poggi
5 stelle

Taura, attraente eroina dello spazio, viene fatta prigioniera e condotta in una nave prigione insieme ad altre bellezze, con cui tenterà un'evasione disperata (dopo un'iniziale rivalità che spesso sfocia nel catfight e nei momenti lesbo). Non mancano le sexy guardiane, armate di frusta e/o senza un occhio e i cacciatori di taglie in armatura.

Taura, attraente eroina dello spazio, viene fatta prigioniera e condotta in una nave prigione insieme ad altre bellezze, con cui tenterà un'evasione disperata (dopo un'iniziale rivalità che spesso sfocia nel catfight e nei momenti lesbo, assai leggero, però). Non mancano le sexy guardiane, armate di frusta e/o senza un occhio e i cacciatori di taglie in armatura. Un mix fra fantascienza e il genere delle "donne in carcere", a basso budget (vedi soprattutto le poche scene di combattimento fra astronavi, che sono "prese in prestito" da altri film e telefilm vintage), con inserimento di mostriciattoli e ratti osceni a volontà. Senza una trama, ma divertente e con attrici super sexy. Fred Olen Ray, regista di B-movie, ma anche di qualità inferiore, prende un genere molto noto come quello delle "donne in carcere" e lo ambiente nel futuro, dentro un'astronave-prigione, creando un clima anche claustrofobico, soprattutto quando le due galeotte protagoniste (Taura e Mike), sopravvisute a uno scontro con un mostro, che sembra uscito dalla fabbrica dei Muppet Show, in un'arena spaziale, vengono sbattute in due celle speciali infestate da topi spaziali e le carcasse di altre prigioniere morte. Nel cast quasi tutto rosa, anche tre attori più o meno noti, come Ross Hagen ("LE SENSITIVE"), che fa un cacciatore spaziale, che intrappola Taura, all'inizio del film e che ha un ruolo più o meno importante nel finale, Aldo Ray, che fa l'orrido l'Inquisitore, che tortura le prigioniere, con una macchina a raggi, e il vecchio John Carradine, che  compare brevemente come giudice spaziale, che condanna Taura. Nei piani di Fred Olen Ray, questo film doveva essere il primo capitolo di una saga che purtroppo si conclude qui, anche perché i giorni di riprese erano limitate e il flop avrà influito sullo stop definitvo. Ci sono un paio di scene di nudo di Taura, che veste come una barbara alla Conan, delle mise assai microspiche delle altre galeotte, un catfight a suon di pugni, fra Taura e Mike e ancora Mike che si confronta con la guardiana Muffin (senza un occhio, ma bellissima come le altre attrici), in uno scontro, un po' rustico a base di catene e coltelli. Lo trovo leggermente meglio di "SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE", del nostro Luigi Cozzi, ma è pieno di eroine, che si unirebbero felicemente alla Stella Star, di Caroline Munro, specie per come (non) vestono. Fred Olen Ray poteva girare un film porno, dalle sfumatura horror, invece, la butta nella commedia sci-fi, sullo sberleffo. Il classico brutto film, che potrebbe attirare dei curiosi interessati a pellicole di genere, prodotto da Roger Corman e girato  prendendo a prestito sequenze altrui. Un film girato in pochi giorni e a budget risicato, dove il migliore effetto speciale, sono le ragazze vestite con abiti spaziali succinti e/o sadomaso, con tanto di seno prosperoso. Peccato che non ci siano scene splatter, peccato che non sia un horror spaziale, peccato tante cose, ma qui non si cerca l'ennesimo capolavoro, firmato George Lucas,  o un di Joe Dante, solo un insano divertimento per chi pretende poco da questi film.     
 

 

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