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A Light that Never Goes Out

Regia di Lauri-Matti Parppei vedi scheda film

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La recensione su A Light that Never Goes Out

di alan smithee
4 stelle

scena

A Light that Never Goes Out (2025): scena

FESTIVAL DI CANNES 78 - ACID

Pauli è un giovane l'autista classico finlandese che torna a vivere dai genitori dopo che un forte attacco di depressione lo ha portato a tentare il suicidio.

Mentre le giornate trascorrono sempre uguali ed insignificanti, e la sola vista del flauto fa ripiombare il ragazzo su pensieri tetris e disperati, casualmente Pauli incrocia una lontana compagna di scuola ed inizia poco per vta a frequentarla, incuriosito dal suo interesse per una musica diversa, fuori da ogni schema, da vivere con improvvisazione e sperimentando emozioni che non ammettono regole rigorose, invece assai vincolanti nella musica classica.

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A Light that Never Goes Out (2025): scena

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A Light that Never Goes Out (2025): scena

 

Il regista e musicista Lauri-Matti Parppei ci porta al nord di una nazione nordica, ove i problemi di depressione e solitudine sono tra le piaghe sociali più diffuse e drammatiche, e ci racconta un processo di rinascita che si compie attraverso l'abbandono progressivo di schemi spesso auto imposti e vincolanti, colpevoli di levare linfa vitale e stimoli verso una piena accettazione di se stessi e dei limiti che ognuno, inevitabilmente possiede e con cui deve imparare a convivere.

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A Light that Never Goes Out (2025): scena

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A Light that Never Goes Out (2025): scena

 

Una tematica lodevole, oppressa da una musica che, per quanto rinvigorente possa rivelarsi, risulta davvero ostica ed improvvisata, al punto che pare impossibile possa far del bene al corpo e alla mente di una persona depressa, ma amante della buona musica che, per quanto rigorosa e poco favorevole a chi cerca serenità e conforto, possiede argomentazioni non proprio paragonabili al "chiasso guaritore" che la vicenda ci propina.

Di conseguenza il film si trasforma presto in una favoletta a tratti edificante, a tratti graziosa, che purtroppo si sgancia troppo puerilmente dal dramma di fondo, che avrebbe meritato una trattazione più profonda e circostanziata.

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