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La mort n'existe pas

Regia di Félix Dufour-Laperrière vedi scheda film

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La recensione su La mort n'existe pas

di alan smithee
4 stelle

scena

La mort n'existe pas (2025): scena

78 ° FESTIVAL DE CANNES - QUINZAINE DES CINÉASTES

In seguito ad sanguinoso ma sostanzialmente fallito attacco armato perpetrato da un gruppo di terroristi/rapinatori ai danni di una anziana coppia di ricchi proprietari terrieri assediati da guardie armate, una tra gli attentatori, Hélène, abbandona i suoi compagni esanimi e trova scampo nella foresta.

Ma poco dopo una breve fuga in solitaria, Manon, una delle sue amiche e complici durante l'attacco, che lei ricordava come morta nel conflitto a fuoco, torna a in alzarla con domande esistenziali che la fanno sentire in colpa e pure perseguitata.

La misteriosa presenza, che caccia cibo nella foresta, anima l'amica con punti di vista fino a quel momento neppure valutati, induce una perplessa Hélène a provare a riconsiderare le sue convinzioni, le sue scelte e le tremende conseguenze del suo agire in gruppo con i suoi complici, in una valle inquietante, cangiante, dove metamorfosi e grandi sconvolgimenti possono aiutare a invertire l'ordine degli eventi, come mescolando un mazzo di carte che assume fattezze universali.

scena

La mort n'existe pas (2025): scena

Opera controversa, sia dal punto di vista tecnico artistico (movimenti goffi ed un disegno così stilizzato da apparire poco efficace), sia ancor più da quello di vista concettuale (non si comprende chiaramente se la morale di questa storia-incubo sia davvero un monito contro la violenza, o invece tutto il contrario), La mort n'existe pas è un complicato ed enigmatico film di animazione di Félix Dufour-Laperrière, un  animatore , regista e sceneggiatore del Quebec , il cui lavoro spazia dal documentario (Transatlantique) all'animazione sia attraverso cortometraggi sperimentali, sia ad alcuni lunghi (Archipel, Ville neuve), probabilmente misconosciuti nel nostro paese.

Più che un monito alla violenza, la storia sembra quasi voler attenuare la responsabilità di chi agisce con la forza mietendo sangue e vittime, apparendo il progetto più interessante quando esamina il potere trascinante e poco controllabile di una natura che, se portata agli estremi, riesce a rivelarsi il vero ed unico problema per una umanità violenta e corrotta, che merita la fine verso cui tende ad arrivare all'autidustruzione.

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